I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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» — Ella vede, signora contessa, so i miei timori erano esagerati, » disse G... tutto costernato. » Clementina mi abbracciò piangendo.
» — Roberto, sono io... sono Clementina.... parlami... non mi vedi?... » non mi riconosci?
» Ma veduto che io non davo segno nè d'udirla, nè di ravvisarla* » si alzò, e, come se il suo cuore di donna avesse presentito la causa
> vera di quella disgrazia: >
> — Chi è quell'uomo che usciva poco fa di qui? domandò al ser » gretario. Guai se mi nascondete nulla!... Chi è?...'ditelo, in nome » di Dio! . i j <
» — Quell' uomo... è un mio amico, signora contessa. r » — E Roberto non P ha veduto?... non gli ha parlato^ < » — No, signora contessa. Il mio amico è rimasto con me ilello » studio,, ed io mi sono accorto dello stato del conte, allorché, dopo 3 essermi accomiatato da lui, sono entrato casualmente nel gabinetto. » — Devo credervi?...
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» — Sui mio onore, signora contessa. ,
» Dovette essere profondamente dolorosa la scossa che provai a que,-» ste parole, poiché sentii come darmi un tuffo nel sangue... come una
> fiamma che, divampando dal cuore, mi salisse al cervello. La lingua » mi si sciolse... volli alzarmi — e mi alzai.
» — Ladro!
» Clementina mise un grido di gioja e di terrore insieme, e gittossi
> su me per abbracciarmi, per interporsi — piangendo. - . « » Ciò valse a calmarmi. j
» — Fate sapere a costui, dissi alla contessa, che ho udito e veduta » tutto.
» Clementina si volse e interrogò G... collo sguardo. » — Io non so di che mi si parli, rispose G... imperturbato. Se io,ri-» spondessi all'insulto fattomi testé dal signor conte, aggiunse sorri-» dendo, dovreste temere, e non a torto, dello stato della mia ragione » Si poteva essere più freddamente perverso?... * Urlai di rabbia; volli sciogliermi dalle braccia della contessa; il » segretario fuggì spaventato, chiamando al soccorso, e serrando a
> chiave l'uscio dietro di sè. Alle grida di'G.:. accorsero due servi-» tori, i vicini, qualcuno che passava per la via... In poco d' ora la » camera fu piena di gente... Si andò pel medico — venne; gli parlai « del biscacciere, del portafogli, de'ventimila franchi,-del segretario,
» del furto; egli mi ascoltò... mi ascoltò calmo, impassibile, senza in-.
> terrompermi... e quando Clementina gli chiese:
Mist. Voi. II. /ilt
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (171/525)
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Clementina Dio Roberto Urlai Clementina
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