I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      > — Ebbene, dottore?
      » — Ebbene, contessa... è un accesso, rispose, quasi sorridendo, costui. . ' <
      — Un accesso!../Oh, mio DioI avevo io travveduto... sognato?...
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      Ero io dunque veramente pazzo?...
      » — Se V accesso dura, proseguì il dottore, mi vedrò costretto a far uso della camiciuola di forza per la prima volta. » Non c'era dubbio — essi mi credevano sempre pazzo; bisognava ' provar loro il contrario; costringerli, loro malgrado, a seguire l'or-' dine» logico de' miei pensieri ^convincerli della lucidità della mia ragione. In che modo?... Comprendevo benissimo che la mia giusta indignazione contro il segretario, e-r vivi trasporti a'-quali mi ero abbandonato, non che scemare, accrescevano, ribadivano in essi la* convinzione della mia demenza. Bisognava quindi parlar loro fred-* damente... ragionare... ma come ?... bisognava addur loro una prova certa, incontrastabile:., ma quale?
      » Pensai. Un' idea attraversò il mio cervello— una di quelle idee che guizzano dinanzi all'anima, luminose, istantanee come un'ispirazione. >
      1 » —^Ascoltate, dissi al medico: io posso provarvi che la malattia terribile che scompigliava la mia ragione non esiste più 7- e basterebbe dirvi che questa donna (e accennai'alla contessa) dalla quale poche ore sono, io rifuggivo con un sentimento doloroso di repulsione... questa dònna — quest5 angelo di amore e di sagrifizio — ora mi si è fatta cara a tal punto che accetterei con trasporto altri dieci anni di demenza per farle dimenticare un' ora sola deisuoi dolori.* : > < » ' ' \ '
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      » Nel dir ciò, tesi le braccia a Clementina, ed ella vi si gettò singhiozzando. 1 . »
      » lo vi ho detto, ripigliai poco dopo, che un uomo è entrato qui; che quest'uomo posò su quel tavolino un portafogli contenente dieci biglietti da mille franchi ciascuno, e' che questa somma non era nè un prestito, nè una elemosina,5 ma una restituzione.
      » — E la prova, signor conte... la prova di quanto asserite? ri-
      tchiese il dottore, più incredulo che sorpreso. - -
      » — La prova? rispos' io. Mettetevi a quel tavolino e scrivete. » Il medico mi affissò un istante; poi si alzò, sedette al tavolino, e disse:
      » — Vediamo: » Dettai:
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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DioI Clementina Bisognava