I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Altri rizzavasi sulla punta de' piedi, altri sospinto, sospingeva a sua Tolta... e fu seriamente compromessa la protuberanza di molti calli.
      11 che produceva una vasta ondulazione, un formicolio di teste, di spalle e di braccia, che, veduto dal loggione, abbagliava.
      Finalmente, quando Dio volle, Cavallini dette il suo onnipotente colpo d'archetto, e un stt generale si levò tra la folla, simile al fischio acuto d'un immane serpente, cessato il quale, l'orchestra diede dentro al preludio col prodigioso insieme di un organo gigantesco.
      Il sipario si alzò sovra un bosco di Scozia, con alberi di carta, rischiarati da lampi di pece greca.
      Chi non ha. letto il Macbeth di Shakspeare?... — Dopo le Eumenidi d'Eschilo, la poesia tragica non ha prodotto nulla di più grande, nè di più terribile.
      Chi non conosce il Macbeth di Francesco Maria Piave?... — Dopo la Pianella perduta nella neve, la Musa * contemporanea non ha scribacchiato nulla di più plateale.
      Chi non ha udito il Macbethtùi Giusóppfe Verdi?... — Dopo Rossini, re dell'armonia, nessun maestro italiano seppe al par di lui... renderci sopportabili le sgrammaticature di un cattivo libretto. - Non tutto è bello, grande, ispirato in quest'opera, di cui si è parlato tròppo bene e tròppo male — troppo'bene per non metterci in diffidenza, troppo male pér non créderla addirittura un capo-lavoro.
      'Ma intanto che noi ci1 perdiamo in critiche inopportune, le streghe
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      entrarono, stonarono, e fuggirono dalla scena come uno stormo di
      ' 11 vcolombi selvatici all'apparire del cacciatore.J °
      Si ode il sibilo acuto dello zufTolo del macchinista; ima1 lunga sfilata di colonne dipinte fanno capolino da'festoni del palco scenico, scendono con precauzione, toccano il pavimento, e ondeggiano òome palmizi su'loro mobili piedestalli. ' 4 * Oh le mie illusioni a quattordici anni, allorché rabbrividivo vedendoDidone, che l'abate Metastasio aveva condannato a morir tra le ceneri
      ì kcome una mignatta, prender la rincorsa dal proscenio, precipitarsi a capo fitto1 è sparire entro una voragine di cartone rischiarata dal fuoco rosso. 1 1 »
      Vi ' assicuro che la sera del 5 febbraio simili considerazioni non potevano cadere in mente a nessuno degli spettatori, dalla "duchessa sdraiata pomposamente «nel suo palchetto di second'ordine, all'accendi-
      moccoli sporgente il capo dall'angusto pertugio d'un camerino.
      * * (
      Tanta era l'ansietà, con cui si aspettava Ventrata in scena della Valmarana!...' ,AN' ' ..!,.)/'
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      Finalmente la celebre prima donna comparve, e fu salutata da uno


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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