I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Ma, fatti appena pochi passi, udì dietro lui il poliziotto, che diceva a'compagni: . , - «•!•...
— Occhio all'amico ! gli è uno di quelli. notato in rosso sul libromastro'jdel principale. Pigliane nota, Vinciguerra, disse il commissario.
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Conosco la stoffa. Se, uno di questi straccioni'esce oggi dal bagno per un,furto, vi rientra domani.per un assassinio; gli è una legge naturale di. . . — Diavolo 1 ha detto una certa parola il commissario... Ah 1 — fé' il poliziotto risovvenendosi — una lege naturale di progressione; accade ad essi come è accaduto a te, che, da soldato sei passato a caporale. Tiengli perciò l'occhio addosso, ma lascia fare; e quando il fatto è fatto, e tu agguantalo.. Come potrebbe fare diversamenfe ? . . . Se non trova qualche gonzo, che, ponendogli in mano il martello, gli dia il mezzo di fabbricare una chiave falsa, gli è appena se avrà da mettersi sotto il dente il manico del suo coltello.
E questa era la morale della polizia austriaca nell'anno di grazia 18581
Le parole del caporale strappa rono dolorosamente Francesco Bold alle ultime sue illusioni.
Ripensando agli avvenimenti di quella sera, alle insistenti tentazioni della suocera; alle insidiose proferte.del biondo, com' egli chiamava Pleyston; all'incontro avuto colla mascherata in via del Broletto; al grido di esecrazione de'suoi compagni al Coniglio Bianco , e 'alle, istruzioni date sul conto suo dal commissario al comandante della pattuglia, venne alla disperata conclusione che per lui non c'era via di salvezza altro che neMasciarsi trascinare dalla corrente, se. pur non era miglior partito gittarsi senza un pensiero pel domani tra le fde de'Lampionai e farsi, nelle mani di .Mangiamicche, stromento attivo di reazione contro una società di onesti egoisti, congiurati alla sua rovina.
Preoccupato da questi e altri pensieri, non meno tetri e opprimenti, imboccava senza, pensare al «dove s'indirizzasse, • la via di S. Giovanni sul Muro, allorché vennero a ferirgli d'orecchio gli strilli in cadenza d'un clarinetto, cui s'intrecciavano i lamentosi guaiti di un violino, accompagnati da' muggiti ditun trombone, e da'rantoli d'un contrabasso.
— È meglio non pensarci, e pigliar la vita come è, disse .il forzato, sostando sulla porta di, un'osteria conosciuta, d'onde partiva il confuso stridio della gazzarra notturna. . > 1
E volto l'occhio alla via fatta, vide allo svoltar del canto di Piazza d'Armi luccicar le, baionette della pattuglia, che tenevagli.dietro alla lontana colla paterna intenzione dUsorvegliarlo.
Fosse il dispetto, di sapersi seguito e spiato, o pure il bisogno, che è supremo ne'supremi sconforti, di stordirsi e dimenticare, Francesco infilò prestamente il buio e stretto andito dell'osteria, e sboccato in un
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (196/525)
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