I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Per ciò la.domanda che Luciano non potè, e l'orse — anche potendolo — non avrebbe osato fare a sua madre, la rivolse a sè stesso
€ Icinque anni dopo, allorché un suo condiscepolo della scuola di Brera, mentre si era in sul discorrere di pittori contemporanei, per vendicarsi
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di non so quale scherzo, lo punse malignamente dicendogli :
— Tua madre era una gran brava donna; ho veduto le sue inizialiI f
su due o tre paesaggi che Teniers avrebbe segnato con tutte le due mani per suoi. Fai bene a firmarli Arcangeli come lei: il nome di tuo padre nessuno l'avrebbe riconosciuto. Alla maligna osservazione, fattagli»dal condiscepolo con queiringe-
i inua espressione, la quale toglie l'unico compenso ch'è nell'insulto — la reazione, la fronte di Luciano si fe' di bragia; colse il primo pretesto che gli capitò sottomano, si allontanò dal crocchio, corse difilato a casa, si serrò in camera, e sfogata col pianto gran parte dell'amarezza, che gli avea versata nell'anima la recente-ingiuria, domandò per la prima volta a sè stesso :
— Perchè mi hanno chiamato finora coi nome di mia madre?...
Non aveva dunque un nome mio padre?
iEra naturale che, causa la noncuranza circa ai particolari della sua .infanzia in cui era vissuto j^ino a quell'epoca, oltre la morte di sua madre, prima ch'egli acquistasse il sentimento dell'anormalità della sua condizione, era naturale, diciamo che non potesse rispondere categoricamente alle due domande.
ì iFu allora ch'egli s'indirizzò al notaio.
— Era si o no un uomo onesto mio padre? chiesegli incisamente Luciano.
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— Perchè mi fai una tale domanda? interrogò alla sua volta un po'
sconcertato il notaio. ' m -
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— Perchè^mi sorprende che mi si chiami col nome di mia madre. Una delle due: o che io non ho il diritto di portare il nome di mio padre, o ch'è un nome infame di cui io dividerei il.disonore portandolo.
— Devo io rammentarti, disse seriamente quel degno galantuomo
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del signor Emanuele, che un'intera generazione .di artisti chiamossi Arcangeli,,e scrisse quel nome agli angoli de'suoi quadri e su' piedistalli jdelle sue statue con la nobile fierezza, con cui i vecchi e gravi gentiluomini d'una volta facevano improntare sugli scudi di guerra le insegne gentilizie della loro casa?
— Ed è giusto, o signore. Mia madre era orgogliosa di aver nome Argangeli perchè suo padre si chiamava Arcangeli. '
Il notaio non potè rispondere: ^osservazione del suo figliuolo adottivo era abbastanza logica per un giotinetto di quindici anni. ,
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (204/525)
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