I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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CAPITOLO XIXi i >
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Mentre noi ci permettevamo quel pochino ili digressione sul nuovo indirizzo dato all' arte da' pittori contemporanei, i nostri ballerini ebbero il tempo di rinfrescarsi... e rinfrescarsi in modo che quando il violino direttore di orchestra si pose a raschiare certo preludio che avea l'intenzione d'essere il principio d'un waltz di Strauss, pochi eran quelli che potessero reggersi sulle gambe; e que' pochi, fatti barcollando i primi tre o quattro giri, maschio e femmina, cascavano a fascio in mezzo alla sala, e andavano a ruzzolare sotto i tavolini.
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Noi non descriveremo più a lungo quel ballo, e nemmeno riferiremo gli sconci propositi che si tennero durante l'orgia di quella notte. .
Diremo soltanto che intorno alla tavola del cieco-nato, il quale leggeva a voce alta quella tale ordinanza di polizia, in cui si comminavano pene severissime contro gli esercenti V accattonaggio come una professione, erasi fatto un crocchio di degne e onorevoli persone, più o meno contemplate dall'ordinanza.
Come era da supporsi, la lettura fatta dal cieco-nalo sollevò una vivissima discussione.
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Ciascuno, bene o male, a diritto o a rovescio, voleva dire la sua; parlavano tutti a una volta; si alzavano, agitavano la mano colle cinque dita spiegate come per dar maggior forza alla loro argomentazione,
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (211/525)
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Milano Strauss
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