I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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e conchiuso con un « dico bene o male? » a cui gli altri rispondevano in coro « bene I bene 1 » ricadevano sulle panche con quelP aria seria e concentrata che spesso dà il vino... e qualche volta la convinzione.
Le frasi di cui si valevano non erano sempre parlamentari.
Qualche volta fu chiesta la parola con uno scappellotto.
E dove non giungeva il braccio del presidente cadeva appiombo il pugno dell5 onorevole preopinante.
Però, in mezzo a quel confuso rumoreggiare di voci, qualche cosa fu detta che aveva Paria di non essere una minchioneria tutt'affatto.
Per esempio:
— In un anno gli è già il quarto avviso della polizia, disse uno. Gli è come dire, rafforzò un altro: « badate che se si chiudeun occhio non si dorme. Noi non sappiamo nò chi siete; nè cosa fate. Basta che noi possiamo scrivere a que' lassù di Vienna che straccioni a Milano non ce ne sono... »
— E che per quelli che ci sono, interruppe sogghignando un terzo, si stampano le ordinanze.
Fanno a noi come ai borsaiuoli, aggiunse il sordo-muto, che, quando corre qualche solennità grande, me li abbrancano a dozzine come polli da stia, e per quel giorno tanto, li tengono ai buio sotto catenaccio. É se son borsaiuòli e4 perché non ci stanno?
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— Oh bella! la pagnotta là mangiano anch'essi, i signori della polizia; e bisogna bene che facciano qualche cosa —.non vi pare? disse con la sua vocinà strillante il gobbo suonatore di mandolino.
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— Tutto sta a saper fare, con garbo, con decenza, sentenziò gravemente il padre di famiglia. Del resto pensano tanto a noi come io alla defunta buon'anima e buona mèmoria.
E dicendo ciò, asciugossi una lacrima perenne dell'occhio sinistro, alla quale doveva la sua riputazione di padre sventurato.
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— Lo so io a cosa pensano! àaltò su il rachitico, quel tale che tra-
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brinandosi sulle grucce, accompagnava Porgano di Germania. Basta aver l'orecchio fino quando si va attorno la sera, pe'caffè e le osterie a raccoglierla buona grazia — e poi... mi capite?
' — Cosa ho détto io poco fa? ripigliò il padre di famiglia con quel suo tuono di sufficienza dottorale. Bisogna saper fare: ciascuno nella sua sfera può essere utile a qualche cosa. Il mondo è abbastanza bello così com'è, e noi dobbiamo metterci tutte le due spalle perchè non traballi come nel 48. Belle parolone che si sono dette e stampate in quel tempo, ma intanto ci mettevano al buio, o ci lasciavano morir di fame. È sì che il mio occhio sinistro piangeva come non ha mai pianto
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quando c'erano i Tedeschi, e dicevo loro:* Signori belli! signori buoni!
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (212/525)
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