I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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! . 'Epulone; da questa impudente antitesi di cenci e di scudi, di squallidezza e di stravizzo, d'indigenza apparente e di agiatezza reale — il tutto aggruppato, riprodotto ne' suoi più minuti particolari, e racchiuso nelP angusta cornice d'un quadretto di genere — far risaltare, viva allo sguardo, quanto profonda al cuore del riguardante, la dolorosa morale del titolo: Viva la miseria ! •, • .
E se il contrasto che sarebbe risultato dalla riproduzione scrupolosa di quella scena non fosse stato abbastanza deciso, brusco, saliente; se rocchio, distogliendosi con disgusto da quelle fisonomie sinistre, stupide, sogghignanti, ebre, lascive, avesse sentito il bisogno d'un volto meno ributtante, di un'espressione più consolante, più umana, se non più vera, l'immaginazione, dell'artista, obbedendo a, quella legge estetica, Jjche e in pari tempo un principio d'arte e un sentimento del cuore, avrebbe potuto atteggiare nella penombra di questo quadro una giovane donna' cenciosa, pallida, sofferente — una madre — accosciata sul limitare, che, premendosi con una mano al seno esausto l'affamato e infermiccio lattante, coli'altra accosta alla bocca un osso a metà spolpato che va rosicchiando; la miseria vera, che raccoglie gli avanzi, caduti o giItati, dal banchetto della miseria apparente.
Supponete infine che quest'artista sia... Chi? — Uno qualunque della giovane Scuola Lombarda. Con molto cuore e con molto talento da un soggetto simile potrebbe uscirne un capolavoro. , E a questo pensava Luciano.
Egli trasse il portafogli, ne staccò una'paginetta, e avanzato il gomito sinistro sul desco, non tanto per sorreggere la fronte, quanto per celare la carta e con essa la mano che disegnava, con tratti rapidi e franchi si pose a schizzare il bozzetto della scena bizzarra che aveva sott' occhio.
Però Luciano s'ingannava quando credeva che nessuno potesse scorgerlo mercè le precauzioni prese, nell'angolo buio e appartato in cui era andato a rincantucciarsi.
Due uomini lo spiavano.
,Le espressioni del loro volto erano diverse come i loro caratteri, sebbene il sentimento che li animava contro 1' Arcangeli fosse in entrambi
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ài diffidenza e di repulsione. *
II primo, spingendo la sua pupilla acuta, luccicante traverso all'ombra, manifestava odio... odio schietto e cordiale.
» « AIl secondo esprimeva odio anch'esso, ma vi appariva misto un non so che..; come compassione, timore e ribrezzo allo stesso tempo.
11» primo era Gancio; il secondo era il Legnaiuolo.
Sedevano entrambi a due deschi, sebbene distanti tra loro quanto spazio poteva occupare una scranna interposta a'due tavolini.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (216/525)
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