I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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-r ,No, no; voi lo sapete, ripigliò «otto voce, ma con accento profondo il Legnaiuolo; Lancia e Carabina lp sanno anch'essi; i vostri ritratti sono rassomiglianti... sono una mal'azione... sono una denunzia; essi fruttano il patibolo o la galera... perchè, infine., voi non siete un pittore — siete una spia!
Luciano comprese, impallidi, levò la mano per darla sul viso al forzato: ma si rattenne mercè quel predominio sopra sè stessi, che hanno gli uomini superiori, anche in que'momenti, ne'quali il trasporto soffoca la riflessione. ,
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Per ciò la sua mano si abbassò prestamente come si era levata;
ripigliò la matita, ripose la pagina sul desco, e disse sogghignando:
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— Sono pazzo io a lasciarmi trasportare da un insulto fattomi da un uomo... come siete voi. 7—, , ,
Il Legnaiuolo che non si era mosso quando .Luciano alzava la mano per percuoterlo, ribattè con disprezzo:
— Un uomo... come sono io, ruba — ma non denunzia! Luciano posò nuovamente la matita, e, guardando al forzato, trasorpreso e annoiato:
— In fede mia 1 gli disse, se io non sapessi per prova che razza d'uomo stravagante voi siete, mi avreste fatto perdere la pazienza. Chi vi denunzia ? quali prove avete che io mi sia mai immischiato ne'fatti vostri? chi sono questi signori Lancia e Carabina di cui mi parlate? non sono io forse padrone d'imbrattare una paginetta del mio taccuino, scarabocchiandovi il grottesco profilo d'uno di que'cenciosi?... Oh bella davvero! ma sapete che, se ne avessi voglia., mi fareste ridere della serietà con cui mi paliate!... Da quando in qua le spie fanno il pittore, e si denunzia un ladro con un ritratto? Fatemi dunque il piacere di smetterla; state qui, se vi piace, ma lasciatemi disegnare.,
E continuò il bozzetto. , , . ./
Le^parole di Luciano, dette coli'ironica noncuranza d'un uomo che crede inutile una .discolpa, non convinsero il forzato( dell'innocenzadi chi le proferiva. Nè c' era di che sorprendersi. La società corrotta
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i,n cui visse e-viveva gli aveva dato bastanti prove del come l'impudenza in maschera di franchezza potesse .dar colore di verità allaIl primo pensi^rp di Francesco Boldi fu di lanciar esposto Luciano a tutte le eveptualità del pericolo ch'egli smesso avea provocato. )E questo,, pericolo era imminente e .terribile — non ne dubi-
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Difetti ,tvedeva Gancio,'che, parlando 'sotto voce aL cieco, accennavatratto tratto all'artista; poi si facevano tutti e due pensierosi, si guar-
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (218/525)
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