I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— Alzatevi.... uscite.... fuggite ! io vo' a piantarmi sull' uscio e vi difenderò.... Su! un minuto ancora d'indecisione, e non rispondo più della vostra vita!... Voi avete per trarvi in salvo il tempo che ci vuoleI
a rovesciare un uomo e a passargli sul corpo per inseguirvi.
Sgraziatamente il consiglio era tardo.
Mentre il Legnaiuolo parlava, Gancio si era gittato sullo sciagurato bozzetto che, in forma di pallottola, rotolava ancora sull'ammattonato: lo spiegò, lo pose sotto gli occhi del cieco e de' suoi compagni; e, prima che Luciano avesse potuto riaversi interamente dallo stordimento, prodottogli dal repentino avverarsi d' un pericolo che non, sospettava, egli udi un urlo, ch'era insieme una bestemmia, una'minaccia, un incitamento; e vide dieci uomini, che colle braccia tese e gli occhi sfavillanti di
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funa luce sinistra si spingevano,contro lui per... — Chi può dire all'ira d'un uomo: « anderai fin làI all'ira, senza freno d'uomini come questi — selvaggi, che ai feroci istinti delle razze nomadi, accoppiano la corruzione della società civile in cui vivono? Quante volte una mano, levatasi aperta per avvertire o per minacciare, a una nuova provocazione si strinse pesante e salda come una mazza ferrata — si abbassò sul capo del provocatore e l'uccise!...
Luciano si alzò pallido, calmo... quasi sprezzante. Non cercò un'arma, non fuggi. Prese da una scranna il tabarro e il cappello di feltro: gittò ilprimo ripiegato sul braccio sinistro, sovrappose il secondo al capo, e ve
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lo inchiodò fieramente con* una palmata: poi fe'un passo innanzi, guardò intrepidamente in mezzo a quella*sozza folla degli straccioni, e concentrato tutto il fuoco dell'anima sua in quello sguardo, trasfusa tutta 1'energia del cuor suo nella voce, gridò: — Se vi ha un uomo tra voi, si avanzi solo — lo aspetto. Gli straccioni si arrestarono di botto.
Si guardarono come per interrogarsi, per consigliarsi, per incorag-
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piarsi. Nessuno si mosse.
AEd erano dieci 1 e tutti dieci tarchiati, agili, vigorosi! Ma avevano l'audacia cieca del numero, della massa, dell'ente collettivo, non il coraggio intelligente, che si attinge dal sentimento della superiorità morale e della forza fisica individuale.
Uniti, erano forti — irresistibilmente forti; divisi, non erano deboli soltanto — erano vili.
Luciano, vedutili incerti e sgomenti, non lasciò loro il tempo di riaversi da quel primo stordimento e di noverarsi. Bastava che uno di essi gridasse: Siamo dieci contro uno, avanti!
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (220/525)
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Legnaiuolo Gancio Luciano Siamo
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