I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      CAPITOLO XX.
     
     
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      La polizia dormeDalla scomparsa di Gancio il Legnaiuolo comprese che un nuovo pericolo minacciava Luciano.
      Gancio non era tal uomo da arrestarsi a mezzo de'suoi progetti, nè troppo scrupoloso sulla scelta de' mezzi, purché lo guidassero al fine che si proponeva.
      La minaccia contro l'Arcangeli, fatta da Mangiamicche al Coniglio Bianco, era tutt'altro che un' intimidazione. Lancia e Carabina furono colli sul fallo mentre sconficcavano la serratura dell'uscio d'una pegnataria. La notte era buia e piovosa. Per chi conosceva il proverbiale lascia fare e non li curare delle guardie ironicamente dette di pubblica sicurezza, il pronto piombar di esse sul luogo del furto prima che i ladri se la svignassero, gli era un fatto strano, inaudito ne'misteriosi annali della polizia milanese. Quanto all'affrontare il buio e la pioggia, era necessario che un'apposita istruzione d' ufficio, provocata da una preventiva denunzia, ve le avesse costrette: chi ne dubitava?...
      Si trattava quindi di scoprire il denunciatore.
      Il lettore sa per quale sciagurato concorso di circostanze i sospetti dei Lampionai cadessero .su Luciano. Ciò che raccontava Francesco Boldi in quella stessa sera delle affettuose accoglienze fattegli in casa del pittore, degl' incoraggiamenti datigli, e del danaro proffertogli da' uno sconosciuto, ribadiva in essi una convinzione già per sè stessa abbastanza salda, la


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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