I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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alla partita dalle dieci.alle undici; non giocava mai;parlava rare volte, ma andava sempre a cacciarsi dove vedeva più affollati gli spettatori... Si potevano in poche parole fare sul conto suo le più brutte supposizioni, ma giammai pigliarlo per quello che era effettivamente.
« Non bisogna però dimenticare che,.dalla sera in cui fece la sua prima comparsa nella sala dell'Accademia, a questa di cui ti racconto, era. trascorsa appena una settimana. . . . •
« In quella che noi ci guardavamo sorpresi della sensibile differenza dell'ora segnata da' due orologi, i curiosi, avevano fatto circolo intorno a noi, e udì vasi qualcuno che diceva senza tanti preamboli ad alta voce:
« — Cosa vorrebbe provarci quel grosso signore?____che sono ledieci? Diavolo!... tutt' al più che le dieci è precisamente l'ora in cui la sua scatola si è fermata.
« Tutti risero. /
« Il bel volto romano di Polidori-non lasciò trasparire il più lieve segno di turbamento interno. Senza curarsi1 di rispondere direttamente all'impertinenza, staccò il fermaglio della catenella, che egli teneva uncinata a un occhiello del suo panciotto, e pòrtomi con squisito garbo il cilindro: u , « i ' WJ
.« — Avreste la compiacenza di favorirmi il vostro? mi disse. Intanto osservate.il mio :• vedrete che non è una scatola, e che cammina colla regolarità de'migliori, cronometri di Hansfeld.
i« Tu non conosci il > mio oriuolo: gli era un convesso scatolone d'oro massiccio, tutto a smalti e a rabeschi, con una triplice cerchia di puntine di diamanti, facenti.contorno a una cifra — quella di mia madre. Da ciò capisci perchè mi ostinavo a portarlo, e quanto mi fosse caro: sebbene più degno'di figurare dietro la vetrina d'un antiquario che nel taschino sinistro d'un elegante, lo custodivo gelosamente sii me con.quella religione, con cui si guardano le memorie di quelli che amiamo... o che abbiamo amato.
.« Non potei non aderire a .una domanda fattami con modi cosi compiti; e, levatomi dal collo il .bindello di moerro nero, che aveva creduto fin lallora più sicuro d'una catenella, porsi il.mio grosso oriuolo allo sconosciuto, e presi in cambio il suo, non tanto per curiosità, quanto per compiacerlo.
- «.Ti confesso però che avevo torto. Il cilindro di Polidori — vero cronometro di Hansfeld — .era un gioiello, un capo d'arte, un prodi, gio... una prova di più .del.come si possa assottigliar la materia, e ridurre a. proporzioni impercettibili... quasi impalpabili i complicati congegni d'un meccanismo maraviglioso. Gli:era un cilindro ad àncora
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (226/525)
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Accademia Polidori-non Hansfeld Polidori Hansfeld
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