I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      n, « P(erò vi^cbbe un momento, in eui noi tutti credemmo ehe le con-
      4 ti A . vi < - ' J ih» >./ A ^ < * *
      seguenze di quello,scandalo dovessero, essere più immediate... e meno cavalleresche.-, Cf irj b 'j u. i < , ^«iPolidori, dopo quei tale urtone sul. petto, che mi fe' girare come una trottola sulle calcagno, aveva cacciato con furore la mano nellaA
      saccoccia diritta de'suoi calzoni come per cercarvi una pistola, un pugnale,- che       ./vii'A-¦:Ogni,-modo!-;M...:. doveva batt^rsi/do e un, giovane avvocato suo amico,: richiesti da lui, .promettemmo di recarci la mattina dopo in casa di Polidori ( per chiedergli.soddisfazione e, nel caso d'un duello, fermarne le condizioni. A tal «,uopo imi feci , dare quel ^maledettissimo indirizzo; dissi all'avvocato ehe alle sette di mattina sarei andato a.casa sua a levarlo, salutai gli amici, ed'uscii. -
      « Quando entrai in camera,- la .pendola che era sul caminetto suonò mezzanotte.r- )\ , r il r ? »
      « — A dar retta a quel brigante di Polidori, il mio oriuolo dovrebbe segnar le undici, dissi tra. me. , * :< ,
      « E costretto a ridere, mio malgrado, di quel nuovo genere di reclame inventato dall'orologiaio; portai macchinalmente la mano al taschini sinistro; tirai suv>il,nastro a cui*'era [attaccato l'oriuolo.-. il nastro ce*
      -dette... Che è? che,non è? cacciai le dita nel saccoccino — rorolog'19
      *
      non c'era più. o.io- r¦ < i . !
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      jl «f Cercai*di.i risoyvenirmi-tutti i'pia: minuti particolari della scenà dell'Accademia: pensai all'urto datomi, a quel frugare fatto da Poli-
      dori nella saccocciate'suoi calzoni.- Guardai il nastro: dopo un attento
      À'
      esamefmi accorsi che al nodo scorsoio che stringeva l'anello dell'orologio era stato sostituito un cappio; ehe il cappio è un nodo apparente; che,-basta ^tirarne leggermente.unoide'capi, si scioglie senza nessuno sforzo;'e,poi» tante altre;particolarità, passate, prima davanti alla mia mente inosservate,'e; che • allora ' assumevano una„ profonda .significazione. > j. dn i 'i . io . < ,. . M(.« Non potevo più-dubitarne: era per progetto ehe Polidori erasirisentito della risata; quand'io ricevetti 1'urtone, l'oriuolo del mio taschino; trasmigrava nelle sue mani; e quando una di queste mani dia-
      « •
      boliche imboccava la saccoccia, • era. il mio orologio, che vi s'inabissava. Polidori nonsera nò cantante, nè orologiaio — era ladro... semplicemente. <"> f. - , » Se ti dico che la notte dormii poco e - male, devi crederlo. Quel-


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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