I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Voiido, aspettando che discendessi per chiedermi una spiegazione che da uomo d'onore, mi era impossibile ricusargli. Tu però sai sp mi lascio intimidire dalle spavalderie di nessuno. Quel prendermi bruscamente d'assalto, valendosi d'un agguato; quel pretendere di tenermi prigione nella mia stessa-carrozza, cui aggiugevasi ili tuono secco .-risoluto....
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(piasi arrogante col quale la spiegazione mi veniva chiesta,-non disposero per nulla affatto l'animo mio a una condiscendenza, elic agli occhi suoi poteva assumere le apparenze della paura. . ' u , « Veduto per ciò che non mi affrettavo a rispondere: . « ¦ _ « — Spero, signore, mi disse il.... Diamogli;un nome, cioè, non gliene diamo alcuno, chiamiamolo semplicemente... l'innominato — che luando sarà cessata in voi la sorpresa di vedermi al vostro fiauco....
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« — Sono meno sorpreso di quanto credete, interruppi; pensavo soltanto alla improprietà d'una vostra. frase. A udir voi, io mi-fo con-
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durre a S. Margherita .per denunziarvi — la,<) una parola come un' altra, ma il sogghigno, con cui l'avete pronunciata dà a questa parola una significazione ingiuriosa. Vedete, dunque che, invece di pretendere spiegazioni, voi siete in obbligo di darne a me, ,e che un colloquipy incominciato con - una sorpresa di callivo genere, può chiudersi con uno schiarimento fatto con tutt'altro che con parole. . i,
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« — Ecco un uomo ragionevole! sclamò ghignando P innominalo. Se gli è, come credo, un duello la conclusione che mi proponete, sappiate che, non solo vi ero preparato, ma che in quel poco d'ora che, passai qui ad aspettarvi, ne ho prese mentalmente ,tutte le disposizioni. Mi permetterete quindi di dare al vetturino l'indirizzo della mia ahi-.
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« E già tendeva il braccio per picchiar su' vetri del brougham, quando trattenendolo: t - , , ,<
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E gli è appunto a S. Margherita che non voglio lasciarvi andare, risposemi con sarcasmo-l'innominato., •
« — In fede mjaj signore! io non saprei come qualificare questo vostro procedere. , .,¦,,) « — So ben io come qualificare il vostro: francamente — avete paura. « Quando egli disse ciò, freddamente, schernendomi, la carrozza si era fermata: noi,ci trovavamo di faccia al portone principale del palazzo di polizia. Il vetturino ruzzolò dal serpe e apri lo sportello,. Io ero, libero; se quello sciagurato avesse voluto, farmi violenza,-, un mio grido, un mio cenno, avrebbe fatto accorrer la sentinella eli'era'.sui portone a quattro passi da noi. Le parli erano cambiate; io potevo farlo arrestare, poi correre a denunciarlo.... lui e tutta l'onorevole ladronaia...,
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (243/525)
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