I misteri di Milano di Alessandro Sauli
sorte appoggiate alla canna della carabina, in uno di que' proveibiali allo così neccssarii all' impunità dell' assassino e alla sicurezza del borsaiuolo.
Pochi momenti prima, una sfrenata bordaglia di mendicanti, in barba all' ordinanza che proibiva l'accattonaggio, dopo d'essersi brutalmente ubbriacati coi danari dell'elemosina, istigati da un ladro, attentavano alla vita d' un uomo. Quest'uomo e questo ladro — la vittima e l'assassino, erano forse passali davanti alla pattuglia, si erano allontanati, erano scomparsi, e la pattuglia era sempre là — la polizia vegliava, pronta ad accorrere mezz'ora dopo, dando agio a ciascuno di far comodamente le cose sue? all'assassino d'uccidere, alla vittima di morire!...
Pensando a ciò il Legnaiuolo voltò verso il Broletto; ma per non passar davanti alla scolta, a capo della quale ravvisò quel terribile ai-parale, che l'aveva cosi bruscamente interrotto in sul più bello del suo politico fantasticare di Piazza d'Armi, sbiettò dal lato opposto il più modestamente che si potesse. , .
Ma, fatti appena una ventina di passi, udi un rumor sordo e misurato. Si voltò: era la pattuglia che, forse ravvisatolo, o messa in sospetto da quel suo sguisciar furtivo rasente il muro, tenevagli dietro lontan lontano per sorvegliarlo. .
Vi ebbe, un momento, in cui Francesco Boldi, indeciso su quel da t'arsi, stimò partito meno dannoso a. sè,i.e più vantaggioso a Luciano,
correre diviato dal caporale, e dirgli in quali termini stessero le cose,
* hacciocché egli coi suoi quattro accoliti, meglio di lui ch'era solo, e più. sollecitamente vi provvedesse. ; . . wttHk,
.Ma poi pensò che, oltre all'immensa difficoltà d'ispirar fiducia ad un uomo, il di cui primo provvedimento sarebbe stato di fargli mettere
* vle manette, avvertendo la scolta ideile assassine intenzioni di Gancio, egli rappresentava — e rabbrividiva pensandovi .— < la parte odiosa del
denunziatore; senza contare che, in onta alle.migliori intenzioni di
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questo mondo, l'arresto di Gancio, avrebbe convertito in evidentecertezza i sospetti de'Lampionai., i„
Strana situazione che la era quella del,Legnaiuolo! Da una parte i cosi detti onesti, i timorati, gli uominidalla moralità esterna e dagl' irreprensibili precedenti che gli sbattevano in faccia le, porte delle loro case e delle loro officine, rimproverandogli un passato infame; dall' altra gli.uomini della sua classe, i suoi, compagni di, ergastolo, agli occhi de'quali non appariva abbastanza perverso, abbastanza infame; respinto anche da costoro perchè le sue insistenti aspirazioni al bene, al lavoro,-alla famiglia, alla .vita onesta, li rendevano,naturalmente diffidenti...
naturalmente avversi a .un uomo, dal quale/il meno che potevanoy *
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (246/525)
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