I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Chi ferisce non grida, chi e ferito non si lagna: s'intendono abbastanza col muto linguaggio degli occhi, de1 colpi, e delle affannose
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respirazioni. • ' -
Gancio avvinghiò il forzato col braccio sinistro; coli'altro gli ap-puntò it coltellolsul petto, ma il forzato fu pronto a ghermirgli il polso, sì che la punta della lama scalfì la pelle, lasciando una traccia rossa di sangue sulla camicia dei Legnaiuolo/
La prima botta di quello strano duello era stata parata con bravura uguale, se non superiore alla energia dell'assalto: toccava al forzato ad approfittare di quel momentaneo vantaggio sul suo avversario: per ciò, tenendo sempre stretto come in una morsa il polso del Lampionaio, coli'altro braccio che aveva libero si die a tempestare sulla tempia sinistra di Gancio per modo che al ladro incominciavano a zulfo-
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lare le orecchie. Il Lampionaio si stimò perduto; il sangue gii affluiva al cervello; la respirazione si faceva affannosa. Fece un ultimo sforzo,
me. senza allentar le dita che stringevano lo stiletto, colto il momento n cui il Legnaiuolo per farlo piegare sulle ginocchia gli si rovesciava addosso con tutto il peso della persona, ne spinse avanti la punta con la vigoria che dà T'odio, lo spasimo, la disperazione. *
Il colpo era ben diretto, tanto più che andava a cogliere all'impensata Francesco, il quale, accortosi dello sbalordimento del Lampionaio, non che prevedere, non sospettava neppure un secondo assalto.
Il coltello catalano di Gancio passò lacerando sulla clavicola sinistra, e si addentrò d'ùn pollice nel collo del Legnaiuolo, il quale ruggì di dolore, e portò istintivamente la mano sulla parte offesa.
Gancio non volle di più. Spinse e intrecciò la sua gamba sinistra alla destra del forzato, si piantò fortemente sul calcagno diritto, spiccò un salto, cadde di peso sulle spalle dell'avversario, e valendosi in pari tempo del garretto sinistro come d'una manovella, diegli con esso un crollo talmente vigoroso, che il Legnaiuolo, tra per lo spasimo della ferita, tra per lo stordimento dell'attacco improvviso, vacillò, pèrde Pequilibrio, e cadde, a fascio col Lampionaio, riverso sull'accioto-lato. * * ] •
Tutto ciò fu fatto in minor tempo di quanto noi ne ponemmo adescriverlo. :
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Riesci agevole a Gancio di sprigionare il suo polso dalle dita allentate del Legnaiuolo: si'levò tostamente, e appuntando un ginocchio contro il petto del forzalo, cercò nel buio a tastoni il coltello, balzatogli di pugno nella caduta.
• ^ \ In questa si udì un rumore di passi, lenti, misurati e pesanti comequelli d'una pattuglia. i
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (251/525)
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