I misteri di Milano di Alessandro Sauli

Pagina (256/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      —( 242 )—
      sentasse all'estero; ne il perchè, sul primo aprirsi della nostra istoria . egli ci si presenti nella qualità di ricco privato, senza che dalle sue parole, nè dalle nostre si possa argomentare il motivo — e ambizioso com'era dovette essere potentissimo — per cui ne'più be'giorni della sua robusta virilità, egli rinunziava a una carriera splendidissima, cosi adatta all'indole del suo ingegno, vivo, sottile, intrigante e dissimulato.
      Questo e simili altri schiarimenti noi li abbiamo appena accennati in nube, valendoci di quel gergo in voga allora (1857) col vecchio Pungolo, J1 quale era l'argot furfantesco di tutti gli scrittori galantuomini, che col romanzo, col dramma e col giornalismo preparavano, maturavano, affrettavano il grande avvenimento nazionale del 1859.
      Di molte altre dilucidazioni ci veniva dimostrata ricisamcnte la scon-
      Nvenienza.
      . Un giorno, fra gli altri, mentre nella nostra primitiva ingenuità credevamo di poter scansare a furia di reticenze il veto arbitrario d'una censura, che era, ma che non voleva essere preventiva, ci scoppiò sul capo, come un fulmine a ciel sereno, l'intimazione d'una pronta comparsa alla Polizia. "
      Quando noi entrammo nel gabinetto del commissario superiore di revisione — uomo freddamente garbato, ma testereccio come tutti i suoi connazionali, ai quali si deve l'origine dello spiritoso aneddoto del soldato e del muro — Io spietato.norcino, dopo averne ben bene squadrato a traverso gli occhiali che apparivano d'oro, ma che potevano essere di princisbecco: '
      — Quest' è un romanzo infernale,, sclamò accennando col dito al nono fascicolo, di* cui aveva allora allora scarabocchiato di rosso 1' ottava pagina.* •
      — Infernale! perchè? domandai sorpreso. .
      i/
      Il commissario continuò come se io non mi fossi permessa questa naturalissima interrogazione. Gli era un sistema presso le autorità austriache-di non rispondere mai direttamente a nessuno. Di tal guisa, anche avendo-torlo (e ciò avveniva qualche volta) finivano sempre coli'aver ragione. Furbi, perdio!
      — Ella è l'autore di questi Misteri di Milano?
      ' —Si, o signore. * • * " „ ' '
      — Non gliene fo i miei complimenti.
      M'inchinai, ringraziando. Datomi nel gabinetto d'un commissario di polizia, il biasimo non poteva essere nò più gradito, nè più lusinghiero. Mi ricorderò sèmpre d'un onesto e-valente scrittore drammatico, amico mio, al'quale il commissario per la revisione teatrale, nel restituirgliuna sua"nuova'commedia coi relativo permcttesi, disse:
      ili .i > * ¦ '


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

Pagina (256/525)






Pungolo Polizia Misteri Milano