I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— Ne fui commosso alle lacrime- :
Tre giorni dopo, il pubblico del Teatro Re fischiava inesorabilmente la commedia, forse appunto alle scene, in cui era sgorgata copiosamente, allo stato liquido, la commozione dai vasi lacrimatoi*] del troppo sensibile commissario.
Ritorno al mio commissario revisore, il quale, senza accorgersi che mi adulava, sfogliazzando sulla scrivania i primi nove fascicoli, imbrattati a ogni due o tre pagine di sgorbii, croci e ghirigori fatti col lapis rosso, continuava dicendo:
— Quest'allusione è abbastanza evidente e diretta; qui c'è del comunismo, e del buono; questo capitolo è profondamente immorale; questo brano è ributtante... In poche parole, soggiunse, respingendo da sè i fascicoli con una specie di virtuoso ribrezzo — tra i personaggi che ella ha introdotto finora, nel suo romanzo, gli 6 a stento se potei notare due galantuomini di mezzo a diciassette furfanti — li ho contati. Mi rincresce dirglielo, ma se ella va innanzi di questo passo, il suo libro potrebbe... come dovrebbe, essere sequestrato. Diciassette furfanti, diciassette galantuomini, cosi andrebbe bene... deve anzi andare così. Ecco perchè la feci chiamare; approfitti del consiglio',' e provveda.
Immaginatevi come rimanessi, tanto più che mi sentivo colpevolissimo di aver fatto sforzi erculei per sottrarre il mio povero libro alla matita rossa del commissario di revisione. Sapendo però per prova come le osservazioni in* via di consiglio precedessero di poco il sequestro definitivo, esposi il meglio che per me si poteva al norcino, l'antitesi di bene e di male, di delitti e di riparazione, di lotta materiale e di prevalenza morale... il concetto, in fine, vero ed onesto che intendevo svolgere col mio racconto.
Il commissario mi lasciò parlare, mi ascoltò attentamente — non una volta sola che desse segno d'impazienza, o in' interrompesse. Io tiravo innanzi con la concitazione d' un autore che perora la sua causa alla vigilia d'un sequestro. Io sapevo bene che molti e molti, autori devono la loro popolarità ad un sequestro, e che un po' di prigione a tempo debito fece ricercare, leggere, ammirare molti e molti libri nati morti, e su cui si era calata quella gigantesca lapide sepolcrale che si chiama pubblica indifferenza; io sapevo tutto questo, ma sapevo anche che un sequestro rimbalzava dal mio capo sulle spalle del mio editore, e che il mio editore, cosa rara, era un uomo onesto.
Parlai per mezz'ora; lo credetti convinto. Il commissario si alzò — mi alzai, e: *
— Ebbene? gli chiesi.'
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (257/525)
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Teatro Re
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