I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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tercetta una lettera, che comunicata al gabinetto eli Vienna, diegli moda
Soffocato il movimento, versato nuovo sangue, ripopolate le prigioni, Luigi fu nominato cavaliere della Corona Ferrea. Era troppo poco-
Jl nuovo Giuda raccolse fremendo i ?>uoi trenta danariy ma -chiese hi
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dimissione: gli fu concessa.
Partì incontanente da Bruxelles, dove si .trovava. Ritornato a Milano, deluso, infamato e non ricco, sposava la sorella maggiore della mar-Fabiani, te quale, dopo sei mesi di matrimonio, lo faceva padre d'una figliuoletta che ne aveva nove. Il Velasquez non era un -marito compiacente; tiatt'altro.! Que' tre mesi di differenza gli .eran® stati pagati centomila franchi Yuno. Il passate della baronessa sua moglie non gli apparteneva più — era un ereditò liquidato.
Dopo un anno di matrimonio, don Luigi si trovò un' altra volta ii-iìcro e possessore della dote di sua moglie, di cui .erasi firmato l'atto di donazione insieme alla scritta nuziale. Durante .quest' anno, la si-gnora Velasquez si era a quando a quando abbandonata, come dicemmo, alle sfrenate abitudini della vita libera e indipendente. Trascorsi due mesi, dopo una scena un po' viva tra marito e moglie, sviluppavano •nella baronessa i primi sintomi della malattia di languorQ di cui moriva. Si bisbigliò di avvelenamento.^ ma furono voci vaghe. A ogni modo, il Velasquez aveva liquidato il passato, ma aperto una partita miova di credilo sull'avvenire.
Morta la baronessa, e, com'era da supporsi, prestissimo dimenticata, don Luigi non occupossi d^ altro che di sciupare le sue ventimila lire di rendita il più allegramente che si potesse.
La piccina — quella che .presentiamo al lettore -sotto il nome di Geltrude — venata ai mondo tre mesi prima del tempo debito, fu tolta dn casa, adottata, educata dalla marchesa Fabiani, poiché il Velasquez si era sempre ostinato a non volerla legittimare, poco importandogli che lo scandalo de' precoci natali assumesse proporzioni più larghe pel suo rifiuto..
€iò che potesse fare e facesse don Luigi, nobile, ricco, a trentanni, coll'operosità febbrile di cui era sgraziatamente dotato, ognuno può imaginarlo. Egli portò nella vita privata il cinismo ributtante della vita pubblica; trattò l'amore come aveva trattato la diplomazia.
Si poteva però dubitare della sua schiettezza, non e cosi? — V'ingannate.
J t Vi furono come vi sono, vi sono come vi saranno cuori tanto ingenui,
anime «cosi pure da non che supporre , imaginare soltanto quantaapparenza di vero, di nobile, di disinteressato possa esservi in
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (259/525)
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