I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Mentre egli saliva i pochi scalini che mettono al corridoio della primafila, si trovò faccia a faccia con Edgardo e con Pierangelo Castel-santo.
      fi conte, vedendolo, impallidi; il barone lo sbirciò sogghinando.
      Il Yelasquez si vide costretto a passare sotto le forche caudine di qne'due sguardi; uno esprimente l'odio, l'altro il disprezzo, ma tutti due profondi ed inesorabili.
      Fortunatamente per lui, un uomo grasso, grosso, decorato, nel passargli di fianco per salir la scala,, voltossi, e Io riconobbe.
      — Ella qui, don Luigi!../ come la si diverte? cosa ne dice della nostra Giulia?
      — Quanto a voce, rispose il Yelasquez, la ne ha pochino: però il fisico promette assai; vedrò prestissimo se saprà mantenere.
      — Miserabile! sclamò Edgardo, e fe'per iscagliarsi sul provocatore.
      tMa Castelsanto, che ha indovinato l'atto, si e posto tra il barone e don Luigi, e ha detto al primo:
      — Non fate sciocchezze. Quell'uomo non deve morire nè per vostra, mano, nè in duello.
      Il barone fé'un movimento di sorpresa.
      Castelsanto si accorse di aver detto troppo. « —- Via; via! non mi guardate con quegli occhi, aggiunse sorridendo. Per stregone che io"sia, o che vogliate credermi, c'è poco merito a indovinare che quell'uomo ,è condannato a morire... de'suoi sessanta anni. - t *
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      Era quello il significato delle parole di Castelsanto?
      Edgardo non Io credette.
      Ciò nullameno, vide l'inopportunità d5un'osservazione, e pensò che suo padre, sottrattosi quasi con la fuga alla presenza di Castelsanto. avrebbe potuto deciferargli la prima parola di quell'enigma.
      Giunti sull'atrio, si presentarono due staffieri coi cache-nez e i paletot de'loro padroni, ripiegati sul braccio.
      — La mia carrozza, ordinò il conte indossando nn bellissimo sopra-bito soppannalo di vajo.' ,
      — Anche la mia, disse Edgardo, pigliando il paletot e il cache-nez che gli venivano porti, e arrovesciandoli tutti due su una spalla, con quella disinvoltura un tantino borghese che il barone non era riescilon smettere, ad onta che, affettando l'aria della classe che frequentava
      i / ' * ?
      s'industriasse di far dimenticare la sua origine popolana con la distinzione de'modi, la scelta delle frasi, e Ja ricca, ma non sfarzosa, semplicità dell'abbigliamento. •


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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