I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Molti. Lasciamo da parte tutto il-male che può venirgli da quell'aspide della marchesa.
      — Quel vecchio rettile ha perduto il veleno.
      — Lo credi ?
      Ieri sera le fui presentato dal figlio di Gabriele Franchi. Dove?
      Alla Scala... nel suo palchetto. Ti ha riconosciuto?
      — Padre mio, rispose Paolo sorridendo melanconicamente, voi sapete che i morti non si riconoscono.
      È vero; dimenticavo che ella, altre volte, metteva un'orribile compiacenza nel ripetere davanti a tua madre quello sgraziato articolo di giornale. ^L'articolo del Corsaire del 24 dicembre 1852?
      S, •
      Però tre giorni dopo lo stesso foglio pubblicava una rettificazione. Otranto più ci penso, tanto più mi sorprende che i giornali italiani non l'abbiano riferita. E le mie lettere?... Padre mio, ò la marchesa che le ha intercette; prima di vederla e parlarle* poteva dubitarne, ma ora.. Perchè non eravate vicino a me quando le raccontai dello spettro, del manoscritto, di cui riferii qualche brano a memoria, quasi testualmente!.. Invano sforzavasi di dissimulare il terrore che la dominava... Era livida di sgomento; eppure a quando a quando ella si riaveva e trovava bastante forza in sè stessa, se non per sorridere, per sogghignare. Qual tempra d'animo vigorosa in un corpo sfatto!... Perchè Dio non ne fece, uno de'suoi angioli... Ed era bella, voi dite... Bella 1... dovevate vederla nel suo terrore, allorché porgendomi la mano, io le tesi la mia senza guanto, e feci scintillare sotto i suoi occhi quest' anello con le iniziali di mia madre. La sua mano, quando sfiorò la mia, era fredda coma quella d'un cadavere.
      — Fu un'imprudenza, disse turbato il notaio. Guardati, Paolo, io credo che l'aspide abbia ancora tanto veleno da uccidere un uomo.
      Lo credete? Sial Spero però che non avrete nulla a rimpoverar-mi. La parte dell'incognito la era troppo faticosa per me; io sono un mediocrissimo commediante. Dio non mi diede i suoi pieni poteri come al favoloso conte di Monte Cristo; io sono un uomo di questo mondo e> non un ridicolo protagonista delle commedie di Federici. E poi, se gli è un duello morale codesto mio, io devo battermi a fronte alta, col mio nome, lealmente. Perchè non dovrei avere il coraggio di fare il bene, quand'essi hanno quello di fare il male? ne convenite?
      — Sì, figlio mio.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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