I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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parliamo di lui, quel briccone di Luciano si fa perdonare a furia di baci la sua scappatella notturna da Vittorina.
— Dio lo volesse I però...
— Però, che?
— Se Luciano non fosse ancora rientrato?
— Allora... Aspettate.
II giovine conte si alzò, e scosse il cordone del campanello.
Entrò il cameriere.
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— Davide, chiese il conte, quel signore che ieri ti lasciò il suo biglietto di visita non è ritornato?
— Jeri no, signor conte.
— Oggi dunque?
— Stamattina alle nove. •
— Ha detto che sarebbe tornato?
/
— A mezzogiorno infallibilmente.
Il conte guardò alla pendola del caminetto.
— Mancano cinque minuti. Se ritorna fallo entrare nel salottino, e vieni subito ad avvertirmi. ...
Il cameriere uscì.
— Che cosa pensi di fare ? domandò il notaio.
— Supponiamo che Luciano, come dite voi, non sia ancora rientrato.
— Si, ebbene?
— Ebbene, io credo che sia necessario fare delle indagini per rintracciarlo. L'uomo che aspetto gli è appunto un commissario di polizia.
— Un commissario!
— Non lo credete?... Osservate.
E1 preso un biglietto di visita, che era sulla caminiera, lo porse al signor Emanuele.
Poi aggiunse sorridendo :
— La visita d'un commissario non lusinga troppo il mio amor proprio, non è cosi?
— Penso a tutt' altro, rispose il notaio, restituendo il biglietto.
— Sentiamo.
— Non saresti tu divenuto sospetto?...
— E perche no?... Non sono forse abbastanza galantuomo per essere sospettato?... Ma rassicuratevi: la polizia conosce le convenienze. Se si trattasse di mandarmi il mio passaporto vidimato per l'estero... Diavolo! credo bene di meritare l'onore d'una chiamata.
Il signor Emanuele si alzò.
— Volete andarvene? < \ . /
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (283/525)
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Luciano Vittorina Luciano Luciano Emanuele Emanuele
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