I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Il notaio strinse commosso le mani di Paolo, e:
— Grazie, gli disse... grazie dal profondo dell'anima!...
— Perchè grazie? rispose il conte, baciando le mani del vecchio con tenerezza figliale; potrò io mai compensarvi di ciò che avete fatto per me? Non avete voi ricostruito il mio passato?... non è per voi che io ora sento T immenso, il santissimo orgoglio di comprendere i dolori che hanno martoriato la mia famiglia ?.*. E se dalle tenebre farò scaturire la luce, se dall'odio nascerà l'amore... se aspetterò,'infine, tranquillo che la mano stessa di Dio aggiunga un anello di più alla lunga catena delle espiazioni, a chi lo dovrò, se non a voi, padre mio?... E poi, Luciano non è mio. fratello?.,, non siamo tutti e due vostri figli?...
Il vecchio protese le braccia a Paolo, che vi si precipitò con trasporto.
In quel punto l'uscio si schiuse:
— Quel signore di jeri e ritornato, e aspetta il signor conte nel salottino, disse il cameriere, inoltrandosi.
— A rivederci, Paolo.
— A rivederci, padre mio.
Il conte strinse un'ultima volta la mano del notaio che usciva; poi disse al cameriere:
— Presto, Davide, i miei abiti.
E precedette il servo nella contigua camera di toilette.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (285/525)
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Paolo Dio Luciano Paolo Paolo Davide
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