I misteri di Milano di Alessandro Sauli
fCAPITOLO XXV ' —
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L'ambizione tran ufficiale perlai! valor e*
ÌI lettore conosce già il salottino nel quale lo introduciamo, peroe-chè "nulla fu cambiato di quanto ne formava Farredo quindici anni sòno, in quella tal notte del febbraio 1843, colla quale si apre il nostro cconto.
Lo stesso caminetto di marmo bigio colle sue colonnette a spirale, con sopra i quattro vasi-di porcellana, i di cui fiori, ingemmati dalia rugiada del mattino, riflettevano le gaie loro tinte sullo smisurato specchio di Venezia, pendente da due cordoni di seta, che riunivansi ad angolo ottuso attorno ad un chiodo romano, colla capocchia foggiata a fermaglio «dorato, infisso nel mezzo della parete; gli stessi seggioloni di noce; la stessa pendola; le stesse pesanti tende cremisine, incrocian-tisi all'altezza del davanzale de' finestroni, presso a uno de' quali l'elegante e soffice poltroncina,con a piedi lo stesso cuscino di piuma, adorno di ricche nappe di canutiglia, bianche, verdi e porporine, che erano i tre colori prediletti dalla contessa; lo stesso contrasto di stili, di forme snelle e pesanti, di tinte gajee severe... tutto, in poche parole, era stato conservato, assettato e rifatto con quella precisione, con quella cura, con quell'affetto, che, santificando il passato, fa delle memorie una religione.
Due tele, forse due ritratti, coperte da un fittissimo velo nero e chiuse entro cornici ovali, prospettavano Io specchio del caminetto.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (286/525)
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Farredo Venezia
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