I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Era agevole accorgersi dall'abbagliante freschezza delle dorature, che quo' due ritratti appartenevano a un'epoca posteriore a quella rappresentata dagli altri addobbi.
      L'uomo, di cui il cameriere aveva annunziato al conte l'arrivo, aspettava seduto in uno degli angoli del salotto, e volgendo tratto tratto gli occhi verso l'uscio invetriato che aprivasi rimpetto a lui, a ogni rumor di passi, si alzava, studiava un sorriso, atteggiavasi a una riverenza.
      Gli era, del resto, la stessa figura da'baffi foltissimi che vedemmo al Coniglio Bianco ricambiar coli5 oste quello sguardo d'intelligenza, che non accennava a nulla di rassicurante pe' Lampionai.
      -Veduto che il conte indugiava a entrare, il visitatore si alzò, e messe in punta di piedi verso uno dei due fìnestroni, prospettanti il cortile.
      Giunto che fu là, si pose a sbirciar di fuori, a diritta, a sinistra , davanti a sè; e tratto un bisunto suo portafogli, senza smetter punto di quel suo guardare, tirava linee col lapis sur una paginetta, quasi volesse levare a occhio la pianta topografica di quel cortile.
      Fatto ciò, diè un'ultima sbirciata al di fuori, un'altra al disegno del portafogli, poi lisciandosi i baffi colla compiacenza d'un commissario di polizia, che trova esatta una relazione, borbottò fra sè:
      — Gli è tale e qunle come disse Y Andrea.... Vo' che mi si cambi nome se stavolta non ci cascano tutti come volpi sotto la tagliuola.
      Il commissario ebbe appena detto, o pensato questo, che l'invetriata si aperse, e comparve il conte.
      Castelsanto era abbigliato di nero come la sera prima, quando il giovine barone Franchi lo presentò alla marchesa.
      — Ho l'onore di parlare al signor conte Pierangelo Castelsanto, balbettò il commissario inchinandosi.
      — Sì, o signore, rispose con fredda civiltà Castelsanto.
      Il commissario trasse un foglio coli'arme austriaca improntata sulla cera rossa, e, porgendolo al conte con una riverenza :
      — Vossignoria si compiaccia di leggere: credo vi sia esposto il motivo della mia visita.
      Castelsanto gli accennò si sedesse: sedette anch'egli, e, dissuggellalo il foglio, lo scorse rapidamente.
      — No, signore, riprese il conte,- gittando il foglio sul tavolino, il motivo della vostra visita non vi è esposto: gli è semplicemente una carta d'introduzione. Il signor direttore di polizia, cavalier Martinez, vi presenta a me nella vostra qualità d'ufficiale perlustratore; e mi annunzia importanti comunicazioni da parte vostra.
      — Importantissime, signor conte. *
      — Vi ascolto. '
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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