I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      povera madre nell'abbracciarti?... Immagina ora quale fosse la sua disperazione allorché tre me6i dopo tu le scrivevi, che il suo vecchio ~ parente era morto, che i suoi figli ti avevano accolto freddamente, e che fu a stento se la tua conoscenza della lingua inglese, della francese e dell' italiana, ti era valsa una modesta pensione di segretario presso un ricco colono, al quale ti eri presentato chiedendo lavoro, dopo aver respinto come un insulto l'elemosina de'tuoi parenti.
      « Fu appunto allora che compresi per la prima .volta quanto fosse perverso Y animo di mia zia : invece di consolare nostra madre che piangeva dirottamente, essa ebbe la fredda crudeltà di dirle:
      « — Dio percuote quelli che ama. Se Paolo fosse stato ricco, avrebbe imitato suo padre; essendo povero, patirà molto, ma vivrà da onesto uomo, e morirà da cristiano.
      « Non so quello che provai dentro me a queste parole: mi ricordo però che mia madre non pianse più; le lacrime si erano come congelate sugli occhi suoi; ma scagliò un tale sguardo di doloroso rimprovero sulla marchesa, che mia zia distolse rapidamente gli occhi da lei, borbottando qùel suo infernale benediciamo il Signore t — che in quel momento era più che un insulto — era una bestemmia.
      Paolo Fabiani si fé'pallido.come un morto, e chinata la fronte sur una spalla di sua sorella, mise dal profondo del petto un rantolo soffocato.
      — Non insisto su questi particolari, ripigliò Vittorina: bisognerebbe-esser forti come lo fu nostra madre per udirli, se non senza fremere, almeno senza maledire. E poi, certe parole dette da mia madre alla, marchesa, certi propositi usciti di bocca a mio padre ne'suoi momenti di delirio e di frenesia, quando appunto mia madre, detto al vecchio Giuseppe che mi tenesse nella sua camera, soggiungeva piangendo : « Va, figlia mia 1 il papà sta molto male : prega il buon Dio che gli faccia dimenticare i suòi patimenti... » queste' parole e questi propositi, fratello mio, io non li potevo comprendere all' età mia, e nemmeno adesso, rammentandoli, sebbene coincidano con altre parole dettemi da mia zia in altro tempo, quando non le pareva di avermi torturata abbastanza cogli strapazzi e colle privazioni.
      V « Basterà per ciò dirti che morto nostro padre il mattino del 16 giugno 1852, io e mia madre, pagati i creditori che erano corsi a sequestrar tutto come lupi tratti all'odor del cadavere, ci trovammo ridotte a campar di sessanta lire mensili che la marchesa ci pagava a
      < titolo di frutto di quelle poche pertiche di vigna che avevamo a San Colombano. ' ' *
      < « Oh! se tu l'avessi veduta la. nostra povera mamma, in questo
      «


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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