I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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illegittima, e come gli fosse morta la madre in sul principiare della sua adolescenza, comprendendo per la prima volta che vi erano dolori maggiori de5 miei, ringraziai Dio [dal profondo del cuore della mia povera e tranquilla esistenza, e ne subii tutte le privazioni, e i disagi, senza rimpiangere il nostro passato, senza mormorare.
t In questo mezzo, la nostra lite con la marchesa, grazie alle cure indefesse del signor Emanuele, procedeva rapidamente a uno scioglimento definitivo a vantaggio nostro. Mia madre non mi si era mostrata mai cosi lieta.
« — Vedi, figlia mia, mi diceva abbracciandomi, se io avevo ragione di non disperare della provvidenza ?... Fra pochi giorni, se ci si vorrà rendere giustizia, come spero, riacquistando una tenuissima parte delle nostre fortune, io avrò la consolazione di veder assicurato il tuo avvenire. Tu non sarai ricca, ma avrai quanto basta per vivere onestamente.
« — Tu parli di me sola, risposi, come se anche tu non dovessi partecipare di quel po'di agiatezza che il buon Dio ci vorrà ridonare!...
« La mamma sollevò gli occhi al cielo, sorridendo malinconicamente.
t — Io! sclamò, io non desidero altro che di poter morire con la speranza che il mio Paolo vive... che tu lo rivedrai... e che gli dirai quanto soffersi nella sua lontananza.
« Questa speranza di nostra madre non ti deve sorprendere. Ad onta che i giornali ti avessero detto morto in una sollevazione di negri... ad onta che fossero trascorsi quasi due anni senza che tu rispondessi alle nostre lettere,, calmatosi a poco a poco il dolore del primo annunzio 5 non vedendolo nè confermato, nè smentito da nessun giornale, la speranza cominciò ad infiltrarsi di nuovo nel cuore della povera mamma ; essa riprese a scriverti, ma vedendo che tu non le rispondevi, le venne, non so come, il sospetto che le lettere che tu le mandavi, qualcuno le intercettasse. Era ciò possibile,, Paolo?...
— Era vero, rispose il conte. Nostra madre era indovina, allorché mi scriveva prima di morire:
* Ho creduto a tutto... ho creduto che una mano ignota, invisibile « — quella mano stessa che da venti e più anni si aggrava sulla nostra
• famiglia, si fosse interposta fra me e te, e avesse intercette le nostre
* lettere... ho creduto persino che tu mi avessi dimenticata — perdonami, Paolo — ma che tu fossi morto, no... mai ».
— Questa lettera l'hai però ricevuta?...
— Sì, ma ricórdati che, invece di spedirmela per via postale, il signor Emanuele ricorse — troppo tardi! — a certi suoi conoscenti di Marsiglia, che avevano corrispondenza commerciale al Carbet. Io mi
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (309/525)
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