I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      « — Qualunque cosa siate per dirmi, voi... che non foste mai madre! non potete insegnare a mia figlia il rispetto che mi si deve.
      « Queste parole, e forse più l'accento con cui furono pronunciate, dovettero ferir crudelmente mia zia, poiché nel passarle davanti per entrare nel gabinetto contiguo, vidi che sotto i sopraccigli aggrottati, i suoi maligni occhietti neri scintillavano come due brage.
      « Confesso che, sulle prime, non ero punto ansiosa di udire ciò che la marchesa avrebbe detto a mia madre. Ma, siccome il loro dialogo s'infervorava, e mia zia, lasciandosi -sopraffar dalla bile, parlava alto inmodo che io l'avrei udita anche senza volerlo, ascoltai, cedendo al ti-
      «
      more d'un pericolo che potesse minacciar nostra madre, più che a un sentimento, d'altra parte scusabile, di curiosità naturale.
      « Ecco ciò che mi risovviene d'un dialogo, di cui ero ben lontana dal presagire le terribili conseguenze:
      « — Questa lite non è soltanto ingiusta — è scandalosa, aveva ripetuto per la terza volta mia zia. Se il tribunale sentenzia a vantaggio vostro, questo non potrà ottenersi che in grazia delle vostre inqualificabili soperchierie.
      « —- V'ingannate, signora, rispose più sommessamente, ma non meno agitata mia madre;'le soperchierie a cui vi piace accennare hanno un nome... esse ri chiamano il diritto, la ragione> Y onesto. L'atto di vendita che voi dite di possedere,,scritto di propria mano di Roberto, è illegale; la tenuta di cui, dietro consiglio d'uomini dotti e coscienziosi. io}vi contesto; l'acquisto, era mio, formava il capitale della mia dote, era inalienabile. A ciò si aggiunge che il prezzo che voi ne sborsaste non rappresentava nemmeno il decimo del suo valore. Gli è forse questo, che chiamate scandaloso?..-, oh! lo è certamente... Ma io sono madre—ma io devo assicurar l'avvenire di Vittorina, e se gli è uno scandalo l'usura d'una zia contro un nipote — vedete che io chiamo le cose col loro nome — ebbene, signora, io non posso che dolermene per me che devo affrontarlo, e arrossirne per voi che mi vi costringete. <• < ratffl
      « — Oh, non è questo lo scandalo, disse mia zia. Finalmente il mionome non è nel contratto, e l'acquisto, buono o cattivo che sia, non fu fatto da me...
      « « — Lo so. Era un'iniquità tale che temeste di farvene responsabile davanti alFopinione pubblica eh'è giusta, quant'è inesorabile ne'suoi giudizi. Trattandosi d'un' usura, era naturalissimo che il contratto fosse sottoscritto da un usuraio. Resterebbe quindi a provare che l'usuraio era un vostro agente... e ciò sarebbe veramente scandaloso, aggiunse ironicamente mia madre.
      «


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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Roberto Vittorina Fopinione