I misteri di Milano di Alessandro Sauli
CAPITOLO XXIXIjC due cugine.
Dopo alcuni istanti trascorsi in quella preoccupazione penosa, che assorbe naturalmente lo spirito, allorché il pensiero che lo attraversa gli è quello d'una sciagura immensa ed irreparabile, al cenno che le fece Paolo di continuare, Vittorina ripigliò il suo racconto.
— Il simulato pentimento e le mentite carezze di mia zia, si prò-
ttrassero insino al giorno, in cui assicuratasi di avermi tolta qualunque comunicazione diretta o indiretta co' pochi e veri amici di mia madre, credette di poter dare impunemente sfogo al dispetto, così a lungo represso, e con tanta arte celato sotto la maschera d'un'afTezione persino ridicola nelle sue manifestazioni apparenti.
« Mi ricorda aver letto in non so qual romanzo.... nel Gii Blas di Le Sage, se non erro, d'un povero scolaretto, educato per carità dal pedagogo d'un grande di Spagna, al quale toccavano le sferzate, che erasi meritate colle §ue storditezze il suo condiscepolo gran signore. La era una punizione riflessa... un esperimento di anatomia morale fatto in anima vili, come disse Luciano, allorché gli raccontai i particolari della strana educazione datami dalla marchesa.
« Supponi che io sia stata lo scolaretto, e che a me siano toccate le staffilate dovute al condiscepolo gran signore, ch'era mia cugina.
« Questi tre anni passati in casa di mia zia non potrò dimenticarli giammai: furono tre anni di torture, di rappresaglie e di umiliazioni incessanti.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (316/525)
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