I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      « Bisogna però che ti descriva in pochi tratti l'esterno e l'interno, ciò che appare e ciò che è... l'indole vera, insomma, il carattere falso, chiuso e profondamente dissimulato di mia cugina.
      « Immagina una bella giovane ne'ventitré anni, alta, svelta, complessa, dai lineamenti maschi, arditi ma regolari, animati da due splendentissimi occhioni neri, ma cupi e concentrati quando non beffardi e maligni; aggiungivi una vera selva di capelli neri, lucidi come l'ebano, che, naturalmente inanellati, fanno una stupenda cornice alla fronte, bianca e impassibile, da cui non traspare il raggio di nessun pensiero, ed eccoti la Geltrude qual' è, o quale dovrebbe apparire dalle forme esterne. Ma invece l'ipocrisia, la dissimulazione, l'affettato raccoglimento d'una religione tutta esteriore ne incurvarono la persona; il suo collo si è un tantino piegato sulla spalla destra; le sue palpebre si sono abbassate, e non lasciano sfuggire che un raggio debole o maligno o insidioso o compassionevole, mentito sempre, di sotto alla frangia nera e vellutata che le contorna; della ricca capigliatura, che le si svolge intorno al capo in morbide anella, vedi eppena il principio, poiché ella vi tiene arrovesciata una sgraziata cuffia di pizzo nero, la quale armonizzando coli'abito, sempre nero, accollato e di antica foggia, la invecchia di dieci anni, dando al suo volto quella tinta malaticcia, quell'espressione compunta e insieme sarcastica eh'è nella fisonomia di tutte le bacchettone. Ciò in quanto al fisico: quanto al morale, dimmi tu, se veduto l'esterno, non indovini subito a primo aspetto quale bizzarro e confuso miscuglio di cattivi istinti, di passioni disordinate compresse, di progetti ascosi che maturano nel silenzio, di aspirazioni ardenti che aspettano il momento opportuno per manifestarsi — il tutto infrenato, diretto, padroneggiato da una volontà dispotica, tenace, in flessibile, maravigliosa — covi, fermenti, sobbolla nel più profondo di ciò che si chiama il cuore di questa donna?...
      < Do l'ultima pennellata al ritratto della cugina, dicendoti che mia zia l'adora, e ch'essa odia mia zia... come non sanno odiare che le bigotte. — Non so se tu abbia udito parlare della baronessa sua madre, sorella della marchesa. Fu una donna che, ai suoi tempi, godette una trista riputazione di galanteria scandalosa. Sposatasi in seconde nozze al Yelasquez, corse voce soccombesse di morte violenta, dopo un alterco avuto con suo marito. La piccina, orfana e senza nome, fu adottata dalla marchesa. Come venisse educata, puoi imaginarlo. Ti ho detto le sue maligne osservazioni intorno allo sfarzo equivoco di quella sciagurata, che adorna di velluto e di raso facevasi strascinare sotto le finestre di mia zia, sdrajata, impudentemente in un coupé signorile," inzaccherando forse qualche donna onesta, che le passava daccanto in


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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Geltrude Yelasquez