I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      CAPTOLO XXX
     
      liti amico.
      « — Come puoi ben supporlo, la perquisizione era stata preveduta... e, non solo preveduta — ma provocata. Oh! se tu l'avessi veduta, lei... la sola... la vera colpevole, con qual volto impassibilmente sereno, quasi sorridente, frugava e invitava a frugare negli abiti, nella biancheria, tra le carte, mettendo sotto sopra i cassetti, rovistando ne'più segreti ripostigli di quella scrivania, che il giorno prima io avevo udito stridere, e su cui la ghiotta appoggiava i gomiti, divorando cogli occhi le paste dolci, ch'ella si era fatta comperare co'danari del furto dalla poveretta alla quale insegnava i Comandamenti di Dio, compreso quello del non rubare sicuramente.
      « Terminato il frugare, la cugina si volse alla zia, e, cogli occhi bassi e le braccia in croce, le chiese:
      « — Ebbene?
      t Alla zia vennero le lagrime agli occhi : aperse le braccia, e la Geltrude vi si gittò singhiozzando.
      « — Ora a me! dissi io francamente; poiché nel frattempo, esaminando meglio la mia situazione, avevo ripreso tutto il coraggio che poteva infondermi l'innocenza.
      < La zia parve sorpresa di quel subito cambiamento, e lanciatomi uno sguardo, da cui indovinai quanto le sarebbe dispiaciuto se mi fossi giustificata come la cugina, mi accennò di precederla nel mio gabinetto.
      < La perquisizione inoltrava al suo termine e, come non ne dubi-


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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Comandamenti Dio Geltrude