I misteri di Milano di Alessandro Sauli
-(312)- _alla cura di Giovauni di celarsi il viso quando si trovava alla mia presenza. E poi, io ne schivavo sempre gli sguardi... Mi era cosi antipatico!... così odioso!... Ed egli lo (sapeva che' nutrivo per lui un sentimento di repulsione; lo sapeva perchè me lo aveva ispirato ad arte, e lo fomentava... Ed era, invece, un amico che vegliava su me... era Luciano!.!. Oh, mio Dio!... e il cuore non mi disse nulla?... ed io non lo riconobbi?
« No, Paolo; il cuore — questo grande indovino — non mi disse proprio nulla: in un romanzo ciò sarebbe incredibile... Ma sgraziatamente questo che ti racconto non è un romanzo : sono dolori veri, laceranti, ed io ne fremo ancora nel rammentarli.
« Non ti dico quindi quello che soffersi durante il giorno; nè quali sforzi prodigiosi feci su me stessa per occultare ciò che succedevasi nel mio interno agli occhi indagatori della marchesa e di mia cugina.
« Prima del pranzo mi lagnai d'un fierissimo mal di capo; mi git-tai, vestita com'ero,,sul mio letto, e aspettai la sera. Nessuno venne a vedermi. Importava loro cosi poco che io stessi bene o male ! — Alle nove udii nel salotto il fruscio dell' abito di seta di mia cugina ; poi la voce di mia zia, che dava alcuni ordini alla governante; finalmente il rumore degli usci che si aprivano ; e, poco dopo, tendendo l'orecchio, udii sulla via lo sbattere dello sportello... poi la carrozza che si allontanava.
« Respirai più liberamente: ero sola. — Aspettai.
« Suonarono le dieci... le dieci e mezza... le undici — nessuno.
« Alle undici e un quarto, senza che io potessi udire il rumor dei . passi di colui che entrava, vidi il mio uscio moversi lentamente, come se qualcuno lo sospingesse dal di fuori con precauzione. Trasalii, mi alzai — era Giovanni. Egli mi venne incontro in punta di piedi, tenendo il dito soprammesso in croce alle labbra per avvertirmi di star zitta; ma quando fu vicino a me, mi prese la mano che strinse tra le sue con affetto, e mi guardò sorridendo.
« Lo guardai... misi un grido... non era Giovanni... sì, era Giovanni, ma era lui... lui, comprendi?... era Luciano!
« — Zitta! mi disse, allontanandomi dall'uscio che era rimasto socchiuso, non risvegliate Serafina : il dragone dorme, e"... o che io sono un uomo molto noioso, o che S. Paolo gli è un gran taumaturgo.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (332/525)
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