I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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spirituali 5 che stavo benissimo, e che non metteva conto di disturbarmi: alla seconda, il cameriere rispose che nè io, nè la marchesa, nè mia cugina eravamo visibili; che però stavo sempre bene, che ero contentissima di mia zia, che lo pregavo di scusarmi, e che quando le mie molte e gravi occupazioni mi avessero lasciato un minuto disponibile gliene avrei dato avviso... ma non prima, se voleva risparmiarsi il disagio di venire e insieme il dispiacere di non vedermi. Il buon vecchio non si scoraggiò: lasciò passare due mesi, e ritornò per la terza volta. La marchesa aveva dato ordine al cameriere che lo introducesse. Il signor Emanuele parlò un po' risentito : mia zia gli rispose ricisamente, con sussiego sprezzante, essersi ella assunta Pincarico della mia educazione in faccia a mia madre ; la diffidente insistenza del notaio parerle inopportuna e incresciosa ; la legge non averle dato a compagno nessun con-tutore che ne spiasse e sindacasse le azioni, delle quali avrebbe reso conto a Dio solo; la cieca debolezza di mia madre rispetto a me esserle abbastanza nota ; sapere inoltre quanto gY imprudenti consigli di alcuni amici'vi avessero contribuito; non desiderar quindi... non volere assolutamente che le maligne insinuazioni di un terzo m'ispirassero la rivolta a' suoi saggi e più che materni consigli, soffocando nel mio cuore que' principii morali che le sue parole, il suo esempio e le alte massime d'un'educazione puramente cristiana vi facevano germogliare.
« Dietro tale risposta, era naturale che il signor Emanuele non si arrischiasse di metter più piede nel palazzo della marchesa : e poi, anche ritornando la quarta volta, la zia gli fece ben capire che non vi sarebbe stato ricevuto. Puoi immaginarti lo sgomento del vecchio e la disperazione di Luciano : il mistero impenetrabile, di cui la marchesa aveva circondato la mia esistenza, li faceva entrambi pensare a qualche nefandità che si tramasse nell'ombra contro me, dalla quale avevano allontanalo a disegno gli unici amici che ne potessero e volessero prendere le difese.
« Fu allora che a Luciano venne un pensiero... un pensiero strano, arrischiato, eh' egli accolse a occhi chiusi col trasporto d' un' ispirazione. Allorché lo comunicò al signor Emanuele, il buon vecchio sorrise, parendogli, non che diffìcile, ineseguibile.
c _ Vediamo, disse il notaio; tu mi abbandoni per qualche tempo; ti rimbuchi in una povera cameretta d'un quinto piano; ti fai radere i mustacchi... quel tuo pizzo nero, prepotente, appuntito,,, da malintenzionato
« — Si, padre mio, rispose Luciano,
« — Cambi nome, abiti, maniere; rinunzi all'arte, agli amici, alle
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (334/525)
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Emanuele Pincarico Dio Emanuele Luciano Luciano Emanuele Luciano
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