I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      • — Lo diranno, ma non è.... come non è stato.... come non può essere, risposi risentita. Mia madre -era troppo onestamente altera per non disprezzare quell'uomo; e abbastanza schietta perchè, disprezzandolo, potesse dissimularlo.... Mia madre era un angelo, zia mia.
      « — Sentiamo adesso ciò che sembra? disse la marchesa senza rimettere del suo sarcasmo.
      « Queir accento ironico, e specialmente il sospetto ingiurioso, col quale aveva tentato di sacrilegamente profanare davanti a me, sua figlia, la memoria santa di nostra madre, m'irritarono talmente, che io espressi in poche e ricise parole il secondo giudizio :
      « — Sembra vecchio, brutto, motteggiatore, cattivo... e lo è.
      c — Figliuola mia, rispose ghignando la marchesa, badate un po* a ciò che dite: potreste calunniare vostro marita.
      « — Mio maritoI... lui!.., quando? gridai, balzando in piedi, con sgomento, con ira, con disperazione.
      « — Fra quindici giorni... tra una settimana... domani; quando, in-* fine, mi sembrerà e piacerà, disse colla sua flemma orribile la marchesa.
      c Risposi scagliando intrepidamente uno sguardo di sfida a mia zia; indi voltele bruscamente le spalle senza salutarla, uscii dal salotto, corsi nella mia camera, e mi vi chiusi.
      « La sera stessa scrissi a Luciano:
      « Un gran pericolo mi minaccia : è necessarissimo che io vi parli. « Vi aspetto stasera dalle due alle tre dopo la mezzanotte... nella mia « camera; credo vi sarà agevole penetrarvi senza destar sospetti... Accada però ciò che vuole, io rispondo delle conseguenze. »
      « La mattina del giorno dopo, quand'io, la zia e la cugina attraversammo l'anticamera per recarci in chiesa, Luciano era al solito posta presso la portiera: gli feci un cenno degli occhi, poi lasciai cadere il biglietto; egli lo cuoprì prestamente, ponendovi sopra il piede. Respirai più liberamente: il mio amico era avvertito, ed io contavo su lui quanto su me stessa.
      « Come fu lungo quel giorno 1 Mia zia non mi si dimostrò più cattiva degli altri giorni; accennò anzi sorridendo al mio primo atto d'insurrezione della sera prima; disse che io ero una testolina vulcanica... come mia madre, ma che il primo matrimonio di don Luigi la rassicurava compiutamente sul conto mio.
      « Il significato di queste parole era orribile: la prima moglie di don Luigi morì avvelenata.
      « Puoi quindi imaginare con quale ansietà aspettassi Luciano. Quando, all'ora indicatagli nel biglietto, egli entrò di soppiatto nella mia camera, io gli corsi incontro affannosa ma risoluta.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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