I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Gabriele non può venir da me prima di mezzogiorno; mi scrive clic alle undici avrà un abboccamento- decisivo con Edgardo sul proposito della Valmarana. Questo mi rassicura. Se i miei timori fossero fondali... se anche il barone l'avesse ravvisato.... conosco Gabriele, egli sarebbe corso qui senza aspettare il mio invito; perche l'abboccamento con suo figlio poteva rimandarsi ad un altro'giorno... perchè, infine, sarebbe orribile... sarebbe spaventoso che egli fosse qui, ricco, potente, armato contro noi di prove incontestabili — e aggiunse a bassa voce, come se temesse che le sue orecchie udissero le parole che profferiva — dopo tutto quello che abbiamo fattoi...
      Rassicurata da queste riflessioni, la marchesa entrò nel salotto, si sprofondò nel suo solito seggiolone, scorse con palese distrazione un libro di preghiere, e aspettò il mezzogiorno, con quale ansietà, si può immaginarlo. 1 4 '
      Alle dieci e mezzo entrò un cameriere., annunziando la visita del barone Ettore Marinelli.
      Nell'udir quel nome la Fabiani balzò vivamente sulla poltrona; ma si ricompose quasi subito e, tendendo la mano al Marinelli, gli disse con tuono di dolce rimprovero: 5
      — Voi qui, barone 1... Davvero che non vi aspettavo... Quanto tempo e che non ci vediamo' »
      Ma appena si fu allontanato il cameriere, aggrottò i sopraccigli e soggiunse: * *
      — Dopo quanto vi dissi l'ultima volta non so spiegarmi il motivo della vostra visita, signor barone.
      — Il motivo ve'lo dico subito in tre sole parole, signora marchesa :
      sono...al...verde.
      \
      — Come un anno fai
      — Precisamente.
      E senza aspettare che la Fabiani gli facesse cenno di sedere, spinsò innanzi una Voltaire e ti si sdrajò con noncuranza, incrocicchiando le gambe, e ficcando con impertinenza i suoi occhi negli occhi della marchesa. »
      Segui una breve pausa, durante la quale il barone e la marchesa, posti nuovamente e provvidenzialmente l'uno di fronte all'altra, e in procinto di ricominciare quella vecchia guerra di astuzia da una parta e di dissimulazione dall'altra, si ricambiarono un'occhiata rapida e indagatrice.
      Il Marinelli, sebbene ormai sfiorasse la quarantina, gli era sempre quel che si dice un bel fusto d'uomo, alto, svelto, complesso. I suoi capelli erano sempre neri, al par degli occhi vivi/mobili, scintillanti. Notavasi


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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