I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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però sempre un non so che di sinistro ne! corrugarsi abituale delfe foltissime sopracciglia. Sorrideva spésso d'un sorriso fine e agghiacciato, che condendo i labbri ai due angoli, scopriva lo smalto abbagliante d'una bianchissima dentatura. Vestiva.con' gusto, ma senza ricercatezza. L'abbigliamento, le maniere, il linguaggio... tutto annunziava in lui il gentiluomo: Vi erano però de'.momenti, ne' quali, a un'obbiezione che non prevedesse o a una frase brusca che non gli garbasse, la sua voce si faceva «aspra; secca, brutale, la, pupilla cupa e profonda; rideva forte, a lunghi^'sonori scrdscii, interrotti a quando a quando dà parole tronche, aspirate, sibilanti, non appartenenti, a nessuna lingua, ma da cui traspariva;un*non so.che di cinicamentè sfrontato;., e non tanto dalle frasi quanto dall'accento con cui-venivano pronunciate. In uno di que' momenti, se il Marinelli si trovava in piedi, allargava le gambe, pian-tavasi arditamente sul calcagno diritto, incrociava le braccia dietro le reni, ;o'.sciogliendo macchinalmenUribfiocco della sua .cravatta di raso, la gualciva, l'attortigliava, vi faceva nodi — cappii o scorsoi — con una;grazia, con una giustezza, cón una'disinvoltura tutt'affatto marinaresca. iSe,, all'incontro, era seduto,4 accavallava.di botto una gamba sull'altra, e intrecciando le due mani tra; la cavicchia e il calcagno, arrovescia vasi r su li a scranna, cón un movimento così incomposto, che accusava apertamente abitudini di taverna, incompatibili e assurde in un signore,.squisitamente educato:come il Marinelli.
watt ^Fortunatamente codeste trasfigurazioni accadevano raramente. Dotato d'un carnute re naturalmente apèrto, espansivo, occorreva una forte concitazione d'animo perchè il barone se le permettesse alla presenza dei pari suoi — persone, cortesi e apparentemente .bene educate. Il Mari-nelli chiamava ciò sorridendo le sue rimembranze d'America, il che non faceva l'elogio del suo buon gusto com'è\touriste, e nemmeno della società americana, dalla quale aveva appreso quelle maniere.... sgraziatamente.rj o un '>- v> T . I ' . .. - !
• Abbiamo detto;che,il-barone era seduto di. faccia alla marchesa, e
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che l'esaminava..!A parer,suo,'la Fabiani aveva di molto invecchiato in un anno. Le sue guance erano smorte e incavale; i pomelli secchi, angolosi, rossicci ;-glhbcchi profondi,'splèndenti d'un fuoco febbrile, Hi accerchiati da .una striscia livida: come Pecchimosr.d'un'ammaccatura; il che . unito acl Aina>tossereIlà secca* e rantolosa, erano; secondo il baronei— e. non s'ingannava ^sintomi certi d'urta'tisi; tracheale delle più manifeste.
Finitq-quell'esame scambievole, fatto'in minor tempo di quanto noi ne ponemmo: a deSqriverlo, la Fabiani fu la.prima a' rompere quel silenzio.espressivò^diccndom. h *i »i ?
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (348/525)
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