I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Il barone spinse innanzi la sua poltrona, e guardando fissamente la Fabiani, riprese: . r "
— Signora marchesa, qui nessuno ci ascolla — parliamoci francamente. Nessuno sa meglio di voi che il barone Heginaldo Marinelli non era mio padre.
La Fabiani fu turbata da quella transizioner brusca ed inaspettata. Distolse subitamente gli occhi dal Marinelli, riprese il libro di prej ghiere, e si pose a sfogliarlo macchinalmente.
— Signora, soggiunse il barone con voce ferma'e risoluta, la risposta che aspetto da voi, più che*in quel libro, cercatela nel vostro cuore. Vi ho detto che, giunto ai.quarantanni, e stanco d'un'esistenza precaria e rovinosa come la presente, incominciavo a sentire il bisogna di procacciarmi una posizione. Voi scrollate il capo.,. Il mio compito è arduo... quasi impossibile, lo so: io ho sprecato tesori di giovinezza, di volontà,, di affetto. A quarantanni >non si edifica più: gli è appena se ci resta la pazienza di riattare, ell'amaro convincimento di ciò cho potevamo fare e che:non abbiamo fatto. È forse questo che volete dirmi? Or bene: qualora io mi Avvi una incontestabile solidarietà morale tra gl'individui'appartenenti a una
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (353/525)
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