I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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di banca, un passaporto per l'America, oltre un foglio accuratamente suggellato... 1 . :
— Che avete dissuggellato!? interruppe la Fabiani, rimproverando e domandando allo stesso tempo. ;
— Cioè, che avrei dovuto dissuggellare; .e confesso che me ne venne la tentazione parecchie volte... ma avevo giurato sull'onor mio di non farlo, e quindici anni sono, signora marchesa — aggiunse sospirando il barone —ero abbastanza galantuomo... o abbastanza imbecille per non commettere uno spergiuro. Ciò però che non volli, nè potei attenere fu la promessa fattavi di non battermi con vostro nipote. Voi conoscete l'esito sgraziatissimo di quello scontro; dovete però ignorarne i particolari... o almeno questo: io era ferito mortalmente; lo sentiva entro me... lo arguiva dalla cera sconsolata del chirurgo, e da certe occhiate rapide ma ?espressive che si erano ricambiate gli amici che mi circondavano. Notai sopratutto che il conte Roberto era agitatis-simo: sentii in quel punto un impulso irresistibile di tenerezza, che mi sospingeva verso quell'uomo onesto, intrepido e generoso. Lo chiamai, gii tesi la mano senza rancore, ed egli la strinse affettuosamente fra le sue. Quel contatto mi rigenerò: m'importava poco di morire a ventiquattro anni... ero rassegnato — rassegnato al punto, che dimenticando la lettera datami da voi, la quale doveva svelarmi il mistero della mia nascita, fui a un pelo di avviarmi verso l'altro mondo con un falso nome nel passaporto. Fortunatamente un amico, cui avevo riferito parola per parola i nostri due abboccamenti, postosi a frugare nelle saccocce del mio soprabito, ne trasse quella tal lettera suggellala, e mi disse: Barone, voi l'avevate dimenticata. — Afferrai la carta che mi si porgeva, con trasporto, con frenesia... e/ non so perchè, ma dissuggellandola, sentii come una smania di vivere ancora per un mi-nulo... per un attimo; come una brama ardente di poter morire ma-, ledicendo qualcuno, dopo avergli scagliato al volto tutta l'ignominia del mio passato. Aprii la lettera; vi gettai gli occhi sopra come per divorarla — inutilmente. In quelP ultimo trasporto si erano esaurite le poche forze che ini rimanevano. Non vedevo più. Ebbi appena il tempo di porgere quella carta ai conte perchè la leggesse; poi non vidi, nè udii più nulla — svenni.
E la lettera? domandò la marchesa con voce breve, con respiro affannoso, china sul davanti della seggiola, aspirando quasi le parole del Marinelli. j »
— La lettera rimase nelle mani di vostro nipote. . r < ;
La Fabiani respirò liberamente. Le fattezze del suo viso, contrattedall'ansietà, si spianarono nuovamente ad un sorriso ironico e schernitore :
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (355/525)
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America Fabiani Roberto Barone Marinelli Fabiani
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