I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— Appigliatevi a questo secondo partito, rispose, è più facile.
— Signora marchesa, mi permettete voi di parlarvi con l'affettuosa schiettezza, con cui si parla... a una madre?
Il Marinelli pose tanta tenerezza in questa preghiera che la Fabiani ne fu sconvolta, e le sue guance momentaneamente s'imporporarono.
Il barone comprese con gioia d'aver finalmente fatto oscillare una corda di quello stromento muto e logoro, che gli era il cuore della marchesa.
— Signora, soggiunse prima clic la Fabiani si rimettesse dal suo turbamento, mi avete consigliato poc'anzi di appigliarmi al secondo partilo perche lo credete di più facile attuazione. Mi rincresce di dovervi disingannare: gli e, invece, un partito estremo, disperato... quasi impossibile; io vi arrischio la vita e Ponore...; sgraziatamente io non posso presentarmi nell'anticamera del palazzo Fabiani, farmi annunziare al conte e dirgli: — Signore, tra le carte di vostro padre» avvene una che mi appartiene: compiacetevi di cercarla, e di restituirmela.
— No?... perche?
— Io non vi dissi che conobbi il conte in Giamaica, al Carbet. Sa-pele però che, fallitami la prima speculazione commerciale, io vi approdai povero, sconosciuto, sfornito di quel talento operoso, a cui si devono esclusivamente quelle fortune colossali che seducono fatalmente l'inerzia infeconda degli europei rovinali... Or bene, io fui abbastanza fortunato di trovarvi in Paolo Fabiani, più che un amico, un fratello. Era la prima volta ch'egli udiva pronunciare il mio nome; il cuore non gli disse nell' abbracciarmi clic io mi ero posto volontariamente, stromento passivo di odio, nelle mani de'nemici di suo padre, no; io ero italiano, ero milanese — ciò gli bastava. Questo giovane energico, intraprendente, passionato, entusiasta, che a forza di lavoro, di probità e di talento, avea cercalo e trovato il segreto di raddoppiare il suo patrimonio emancipando i suoi schiavi e facendo santo, fecondo e dignitoso il lavoro, mi parlava di sua madre, di sua sorella, della sua patria, ch'egli sperava di rivedere, col trasporto affettuoso di chi vede gli uomini, il mondo, la vita attraverso il prisma raggiante dei suoi veni'anni. Era ricco, era felice; aveva una giovane e vezzosa moglie, clic egli adorava; un bambino di appena due anni, dolce creaturina da'capelli biondi e inanellati, dagli occhi puri e cilestri come un angelo dell'Albano...
« Or bene, tanta felicità, tanta probità, tanto amore, potò sorprendermi , ma non mi commosse. Io domandai freddamente a me stesso Mist. Vol. II. 22
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (357/525)
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