I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      se costai poteva e doveva godere il superfluo di tanti tesori morali quand'io difettavo assolutamente del necessario?... Mi si poteva rispondere ch'egli era migliore di me : ma egli ebbe un padre, una madre, e con essi l'educazione dell'esempio e del consiglio, dell'opera e della parola... mentre io... io non potevo rammentare mio padre e mia madre senza arrossirne; li rammentavo per disprezzarli o per maledirli. L'odiai. 11 confronto, che io ero costretto a fare tra me e lui, era continuo, doloroso, umiliante. Io sentivo per lui e per la sua felicita lo stesso rancore che deve sentire il povero contro il ricco, allorché costui, sciorinandogli davanti agli occhi tutti i godimenti procacciatigli dalP opulenza, ne rende più cruda e pungente l'asprezza de'quotidiani bisogni. L' odiai, per. sé e per me; perchè era buono, generoso, onesto... e perchè io non lo ero. — E perchè non lo ero?... La colpa era forse mia... del mio carattere, de'miei istinti, delle mie passioni, delle mie tendenze — esclusivamente?... Gittando un rapido sguardo sulla mia ?vita, io potei comprendere che a quindici anni mi batteva in petto un cuore di galantuomo. Perchè non lo ero a vent'anni?... perchè gli è impossibile che lo ridivenga a quaranta? — perchè ero solo; perchè sono solo; perchè dandomi centocinquantamila lire di patrimonio, gli sciagurati a cui devo la vita credettero d'aver fatto abbastanza per < mevper il mondo, per la.loro coscienza.
      « Ecco perchè odiavo Paolo. Volli un giorno indagare qual fosse la parte più sensibile del suo cuore. Feci cadere accortamente il discorso su sua moglie, sul suo bambino, sulle sue ricchezze, e mi ricordo di essere stato diabolicamente ingenuo nel domandargli quale di queste tre perdite gli avrebbe recato maggior dolore.
      « Paolo, senza esitare, abbracciò sua moglie, sclamando:
      « _ Perderla!... Oh, mio Dio!-sarebbe l'unico dolore, a cui forsenon sopravviverci.
      « Tre mesi dopo, gli rapivo la moglie, ma, sgraziatamente! le sopravviveva.
      La Fabiani affìsso nel barone due occhi da trasognata.
      — Eccovi dunque, signora, la mia posizione davanti al conte in tutta la sua realtà pericolosa, conchiuse il Marinelli; ma veduto che la marchesa non si riscuoteva dal suo stupore, si chinò sul bracciuolo della'di lei scranna, e soggiunse: — Mi seno aperto con voi schiettamente, da buon figliuolo... ora tocca a voi — madre mia, consigliatemi.
      Il barone si era ingannato: la corda sensibile che egli credette di aver scoperto nel cuore della' Fabiani non oscillava più; essa vibrò
      per 1' ultima volta e spezzossi. La parola madre cosi soave, così elo-
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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