I misteri di Milano di Alessandro Sauli
CAPITOLO XXXYIìMIT c (caiclire.
il Marinelli, uscito dal palazzo di Borgo Spesso, si avviò difilato acasa sua, all'Orsolmetto.
Lungo la via, egli riepilogò mentalmente il dialogo avuto momenti prima con la marchesa, e dovette convenir tra sè stesso d'essere stato più fortunato che accorto, sebbene nell'intimo suo si sentisse assai soddisfatto dell'esito conseguito.
Le poche parole, lasciatesi sfuggire ad arte dalla Fabiani, ma che ogli credette profferite inconsideratamente, erano, a parer suo, abbastanza significative. Importava quindi di sottrai- prontamente, e a tutti i costi, dalle mani dei conte Paolo quell'attestato di nascita, e realizzar con esso una speranza, che gli era sorta nel cuore, sorridente come una promessa, ne'momenti più fortunosi di questi ultimi quindici anni.
Risanato, come dicemmo, quasi per miracolo da una ferita, giudi-
rcata a tutta prima mortale, egli pensò sovente alle cause, agli effetti, ai particolari del suo duello col conte — un duello che egli aveva provocato e accettato senza odio, e subito come una necessità, impostagli dalla sua posizione falsa ed eccezionale.
— Sgraziatamente certe posizioni non si discutono, aveva egli stesso detto al Velasquez momenti prima di battersi col Fabiani; quando la necessità mi si stringe alla gola come un mastino, io chiudo gli occhi, mi turo le orecchie, e mi sforzo di non pensare. Io non ho nessun motivo segreto di odio contro il Fabiani, E qui sta il male. Un delitto,
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (361/525)
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