I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      commesso sotto l'Impulso irresistibile della passione, è sempre un delitto... ma in parte almeno, è scusabile; e il mio non lo è, perchè io fo il male col sangue freddo dell'assassino che si appiatta dietro una siepe, e spara a occhi chiusi sul primo che capita sotto la canna della sua carabina. Io sono il braccio che si alza, il pugnale che ferisce, ma non la mente che medita il colpo e la volontà che lo assesta io sono un fantoccio da pittore che si atteggia secondo il capriccio di chi lo adopera; un essere passivo, che non discute, ma agisce; chevien collocato davanti al tavoliere d'una biscaccia, e gli si fa rappresentare la parte di barattiere.
      Il Marinelli sapeva sin d'allora d'essere un'arma... nulla più d'un'arma maneggiata con molta destrezza, ma' copertamente, dalla marchesa.
      Egli domandò molte volte a sè stesso se poteva chiamarsi veramente odio codesta torbida e confusa mistura di sentimenti contraddittorii e violenti , che avevano spinto la Fabiani a tramar la rovina di suo nipote? Se il barone rifletteva alla calcolata perfidia con cui furono scelti e adoperati i mezzi di nuocere, atti a raggiungere questo scopo, egli era costretto a confessare che un sentimento unico prevaleva, ed era un sentimento di odio — odio vero, inveterato, cordiale. Circa alle eause.che potevano averlo* suscitato, il Marinelli avea bazzicato quanto bastava nella così detta buona società per udirvi il malignare che vi si.faceva talvolta sul proposito di certi pretesi amori tra zia e nipote, incominciati come un placido idillio di Gessner, e conchiusi bruscamente come un tableau finale d'un dramma intimo di Dennery.
      Si sapeva che la Fabiani non aveva sciupato i più begli" anni della sua vita a Sgranar devotamente le pallottole del suo rosario. - Ora, ammessa molta parte di verità in queste ciarle, qual era, o doveva essere il fine supremo de'desiderii della marchesa? 11 barone rammentava che lo rilevanti sovvenzioni, pagategli mensilmente dalla Fabiani, giungevangli sempre... o quasi sempre, accompagnate da consigli; da minacce, da istigazioni. — Voi dovete giocare, giocare e giocare, gli aveva detto un giorno Gabriele Franchi; giocare preferibilmente col conte Roberto, e sopratutto industriarvi di vincere a qualunque prezzo. Badate che la fortuna è donna^sappiate approfittar del momento in cui ella vi prodiga i suoi favori. Quante fortune colossali ebbero la primissima origine da uno scudo destramente puntato sur una carta; che si sapeva infallibile!.... A parte dunque i pregiudizi! e gli scrupoli. Tentate, arrischiate: vi è chi pensa a ciò che può nascere; ^voi date dentro al lansqnenet con coraggio, e sdrucite... sdrucite largo f— altri penserà a rattoppare.
      t< E il'barone aveva dato dentro,con coraggio, eoa perseveranza... eoa


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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