I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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sima incisione avanti-letlera di Morghen, rappresentante il Cenacolo di Leonardo.
x — Pietro, disse sommessamente, quasi all'orecchio del cameriere, il barone; osserva bene quel signore — e accennò degli occhi il Velas-' quez. — L'hai osservato?
— Sì, signore.
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— Bene : introduci il signor Fanfani nel gabinetto della baronessa ; poi fermati nel salotto, e sta attento alla mia chiamata. Ya.
Il volto di Pietro non lasciò trasparire nè curiosità, nè sorpresa. Egli si allontanò coir aria impassibile, e l'aplomb tradizionale de'camerieri delle grandi case.
— Vi prego dunque di dire a miss Beufry che fa male, riprese il Marinelli, indirizzandosi al Velasquez, e rannodando il filo del colloquio interrotto; i consigli d'un uomo come voi, don Luigi, quando hanno per base l'esperienza, la bontà e il disinteresse, vanno accolti a occhi chiusi, senza discussione. Che se in quanto dico ella sospettasse un'insidia a suo danno, rassicuratela coli' esporle sinceramente come vi ho accolto, e con quanta annegazione so, e voglio sopportare la mia disgrazia. Ormai a questo passo, un di o F altro, ci si doveva venire — o per impotenza, o per sazietà (e in ciò sono un vero materialista), o io, o lei — meglio lei.?. e assai meglio oggi che domani; ditele che le auguro una felicità inalterata; tutta quella felicità che io non seppi darle, ma che potrà sempre trovare in qualcuno che l'ami ed apprezzi... per quanto vale.
Stavolta, come dice l'adagio, la biscia avea beccato il cerretano; e beccatolo in siffatto modo, che don Luigi, reiterando le sue espansive strette di mano, e rallegrandosi con sè stesso di aver saputo prendere due piccioni a una fava, non si accorse cha le dita del barone erano rigide come corde tese, e fredde come diacciuoìi.
Il Marinelli accompagnò il Velasquez fin sull'uscio del salotto, dove il cameriere, dietro l'ordine ricevuto, aspettava.
— Pietro, disse il barone rientrando, venti franchi per te , se sai fare.
— Vossignoria comandi, rispose subito il cameriere, copia sbiadita del classico Leporello.
— Mettiti immantinente sulle peste di quei signore; seguilo dappertutto ove va; aspettalo fin che non ne esce; nota dov'egii si ferma di preferenza; sappimi dire la via, il numero della casa... anche il piano, se lo puoi senza farti scorgere; stagli insomma attaccato alle calcagna, e ciò finché egli non sia rincasato. — Aspetta.
Il barone corse alla finestra, l'apri, guardò sulla via, poi .disse:
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (378/525)
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