I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      VCAPITOLO XXXYII
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      IIl segretario della Compagnia delle Indie*
      il signor Fanfani era un uomicciolo ne'quarant'anni, grasso, grosso, panciuto, avente letteralmente incassata tra due spalle riquadre una testolina calva, rosea, lucida, animata da piccoli occhi grigi, maliziosissimi , con un nasetto appuntito air insù, che sarebbe stato imperti-nentissimo, se due guance prominenti e carnose, non gli si fossero poste ai lati per tenerlo a modo... o per soffocarlo.
      — Mi scuserete se ti ho fatto aspettare, disse il barone, dopo aver salutato con un po'di sprezzante sussiego il signor Fanfani.
      — Davvero, signore, che... balbettò il signor Nepomuceno inchinandosi; non dico già per rimproverarla, ma vossignoria conoscerà quel bellissimo proverbio americano: il tempo è danaro; specialmente poi quando ci casca sulle %spalle un subisso di affari come a me in questa settimana. Amerei quindi che il signor barone mi spicciasse subito. Si ha a fare, o non si ha a fare? — un bel sì o un bel no, francamente. La è già la terza volta che si fa e si disfa, con sciupìo di tempo, nessun guadagno... anzi perdita certa per l'India... perche già gli uomini bisogna metterli al plinto e pagarli lo stesso. Ieri sera, per esempio, dietro l'avviso datone da vossignoria, il contrordine fu spiccato alle undici dalla cancelleria, e ci volle del bello e del buono a scovarli d'onde si erano rannicchiati. Ripeto che non fo per rimproverarla, ma se vossignoria ha fatto le debite indagini, amerei, dico, di ricevere, o pel sì o pel no, una risposta definitiva.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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