I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Aggiungerai a voce che lo prego di comunicare l'avviso agli amici 7 poiché mi rincrescerebbe assaissimo se avesse luogo qualche malinteso.
      Ciò detto, Paolo Fabiani sali in carrozza, e si fe' condurre dirittamente ai Fiori Oscuri, dove abitava il suo vecchio e onesto amico, il notaio.
      Il signor Emanuele era in piedi davanti alla scrivania.
      Egli aveva aperto un cassetto, ne aveva levato un medaglione d'oro, e dopo averlo avvicinato alle labbra con quelP alletto rispettoso che destano le memorie quando sono dolci e sante, lo teneva tra mano, affissandolo con epressione di curiosità e titubanza.
      Al rumore che fece la porta nell'aprirsi, egli si voltò con un sobbalzo; ma veduto il conte sul limitare, gli corse incontro ansioso, e:
      — Avete nulla di consolante a dirmi? gli chiese.
      — Sul proposito di Luciano? disse Paolo.
      — Ma di chi dunque?... posso io pensare ad altri che a lui?...
      Indi stese la mano al conte, e soggiunse:
      — Perdonami, Paolo... ma io l'amo molto quel povero figliuolo... al punto che ho dimenticato che tu venivi forse a parlarmi di Vittorina.
      — Sì, padre mio: esco di casa adesso, e ho voluto vedervi prima d'incominciar le mie indagini, le quali ho molte ragioni per sperare fortunatissime.
      — Hai tu detto a tua sorella?...
      — Tutto. La maschera del protettore incognito mi si era resa incresciosa: bisognava deporto, e far capire a Vittorina ch'essa poteva accettare, senza arrossirne, i benefizi e la difesa di suo fratello. Dal canto suo, ella mi aperse il suo cuore: gli angosciosi giorni della sua giovanezza, trascorsi in casa della marchesa tra una preghiera e un insulto, mi passarono davanti agli occhi come una visione — una visione spaventosa... Qual orribile donna, padre mio!
      — Da ciò comprenderai se ho ragione di cruciarmi del pericolo che può aver corso Luciano; il cuore mi dice eh'esso ò grande... supremo.
      E affissando di nuovo il medaglione che rigirava tra l'indice e il pollice con movimento convulso... quasi macchinale:
      — Nondimeno, ripigliò il signor Emanuele, io non ho coraggio... io osilo...
      Paolo Fabiani guardò il notaio con sorpresa.
      — Voi esitate?gli chiese: avreste forse un mezzo di salvar Luciano?
      — Se non di salvarlo... almeno eli procacciargli un difensore di più.
      — Chi?
      — Suo padre.
      — Lo conoscete dunque?--.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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