I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— No... ma potrei conoscerlo.
— Non vi comprendo.
— Vedi tu questo medaglione?
— Ebbene?
— Esso fu affidato alla mia custodia dalla madre di Luciano. Le parole ch'essa proferì nel consegnarmelo furono le ultime. Pochi momenti dopo, non parlava più... non udiva — era agonizzante. Non ti dico quanto quella povera donna sofferse: la sua e sgraziatamente una di quelle istorie intime così comuni, alle quali nessuno più s'interessa, e di cui i cosi detti spirili forti parlano sogghignando. Una giovinetta inesperta ama, si crede riamata, non Io è, lo apprende, ma troppo tardi per i'onor suo, e ne muore di vergogna e di angoscia... quando non si uccide. Chi la compiange?... o, dirò meglio, chi non l'accusa?... chi non le scaglia il suo sasso, quand'anche questo sasso vada a percuotere sovra il coperchio d'una bara?... Gl'ipocriti gridano contro, lo scandalo del suicidio fisico; nessuno, che io mi sappia, levò mai con frutto la voce a protestare contro i' impunità dell'assassinio morale... E gridano, e accusano, e lapidano come se fosse un delitto non aver il coraggio o lo stoicismo di sopravvivere all'onore perduto o alle speranze svanite 1
— E vero!
— La povera Beatrice Arcangeli mori tra le mie braccia, senza che mai, ne'suoi trasporti di dolore e di disperazione, le sfuggisse il nome del suo seduttore. Essa mi parlava sovente di Luciano; si angosciava di lasciarlo povero, orfano... e vi fu un istante, negli estremi del viver suo, in cui sembrò ne presentisse l'avvenire.
« — Se Luciano fosse minacciato da un pericolo certo, inevitabile, supremo — mi disse — se i suoi amici, voi, egli stesso... vi conosceste impotenti ad allontanare questo pericolo, a combatterlo, a scongiurarlo... ebbene, allora — ma allora solo — spezzate il fermaglio di questo medaglione: dentro troverete un'indicazione, una data, un nome — è il nome di colai., di suo padre. .Basterà che voi vi presentiate a lui, e gli diciate: — Salvate il figlio di Beatrice Arcangeli! — per egoista e snaturato ch'ei sia, è suo padre... è ricco... è potente — lo salverà.
— Ma questo pericolo e'giunto, sclamò il Fabiani; e certo... forse supremo... perchè dunque esitare?
— Perchè esito?... tu dunque non mi comprendi, Paolo?... non hai indovinato che sinora ho posto tutto intero il mio orgoglio nel tener luogo di padre a Luciano?... nel fargli tdimenlicare la sua nascita a forza di cure, di affetto e di sagrifizii?... Ho esitato perchè credo che Luciano respingerebbe con ribrezzo la mano del suo nuovo protettore se gli si dicesse:
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (392/525)
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