I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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neh?-... Vorrei un po'vederla adesso quella smorfiosa di ieri, e dirle segli è a questo modo che si trattano i vecchi amici.
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E sturando una di quelle bottiglie dal collo lungo, snello ed aristocratico, empie sino agli orli il bicchiere di don Alfonso, e soggiunge:
— È meglio che tu beva, compare; gli è un vinetto che schiarisce le idee; e ho veduto gente che alla prima bottiglia si sarebbero date e ricambiate le coltellate, farsi maneggevoli alla seconda, e alla terza diventar pelle e camicia come eravamo noi due, quando papà Colubrina ci dava pane e busse tutti i santi giorni.
Don Alfonso, comechè senta che il terreno gli va mancando sotto i piedi, fa sforzi prodigiosi per tenersi in sussiego.
Egli si adagia nella sua scranna di faccia al saltimbanco, e assettando con simulata indifferenza le ricche pieghe del suo robone di velluto amaranto, cerca di mettere in rilievo il grosso spillone di diamanti della cravatta, il panciotto sfoggiato da toreadore, e la sterminata catenella che vi spenzola e vi serpeggia in triplice giro con isfarzcr di cattivo gusto.
' Ma 1' impressione che produce tutto quel ben di Dio nell'animo del pagliaccio, la e ben diversa da quella che il Valmarana crede, o sospetta.
Faina pensa che, tra vecchi amici, quando capita la fortuna a un di loro, si fa a spartire; e che, come di pietanza e di vino, egli potrebbe avere la sua porzione di diamanti e di catenella.
Il Valmarana, credendo di aver prodotto l'impressione desiderata, si fa pel primo a riappiccare il dialogo in questo modo:
— Voi lo vedete, buon uomo... qui c' è un equivoco... un equivoco grosso come un elefante... Io sono... quello che sono; voi... non vi conosco...
— Non mi conosci 1 sghignazza Faina.
— Cioè, mi pare... anzi... si... vi ho veduto altra volta... appunto, ieri mattina sulla piazzetta di S. Babila: io amo molto i saltatori...
— Ah! tu li ami?
— Cioè, no... precisamente io no... ma mia figlia, madamigella Giulia...
— Chi?... quella smorfiosa è tua figlia?
— No... cioè, si... Diavolo ! ho le mie carte... paternità legale... paternità constatata...
E nel dir questo il povero diavolo fa scappar gli occhi qua e là pel salotto, e ora guarda al soffitto, ora soffia, ora si gratta il naso, tanto per iscansar le occhiate indagatrici di Faina, le quali cacciando lo scompiglio nelle sue idee, gli fanno perdere quella contenance che assumono e conservano così bene i papà più o meno posticci di tutte le virtuose.
.Ma il pagliaccio, ch'è venuto con un progetto e una convinzione
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (398/525)
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Alfonso Colubrina Alfonso Dio Valmarana Valmarana Faina S. Babila Giulia Faina
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