I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— Fuor di celia, tu sarai il mio cameriere.
— Tuo cameriere! 'sclama Faina, strascicando le due erre, fattesi impronunciabili dopo la quarta bottiglia — tuo cameriere... io... donFaina ! ' *
E si alza coi braccio proteso, le guance arrubinate, rocchio scintillante e sbarrato sopra il suo camerata.
Si leva anche il Valmarana, gii si avvicina, e s'ingegna di persuaderlo.
— Cameriere di nome, intendiamoci; starai con me, avrai tavola separata, qualcosa da spendacciare pe'minuti piaceri, e ti darai buon tempo — una vera vita da papa, in poche parole — solo che mi prometta 'di far giudizio, di non darmi del tu davanti alle persone, e sopratutto di non fiatar sillaba del passato. E così, me lo prometti?... non ti pare che io sia galantuomo?...
— Galantuomo un corno! urla Faina. Ti conosco, maschera!... tu ora mi vai lisciando perchè sai che la gatta è cattiva a pelare... ma non ci riesci, sai? 0 tutto, o nulla... don come té e meglio di te, e la piccina di giunta. -
— E se io ricusassi, vediamo un po?...
— Se tu ricusassi?
— Sì.
Don Alfonso ha messo in quella particella affermativa tutto quei po' di fermezza che gli rimane.
Egli aspetta ansiosamente che Faina, messo al punto da quel rifiuto, palesi imprudentemente i suoi mezzi di nuocere, scoprendo a un tratto la sua artiglieria mascherata. Ciò che aveva incominciato il vino, doveva compierlo P ira coi suoi trasporti. Vino ed ira, saputi mescere e suscitare, strappano di bocca una confessione quanto e meglio del cavalletto degl'inquisitori. ,
Il Valmarana, tranne che qualche volta si lasciava dominare dalla paura, a botta persa, era un buon generale, o, tenendoci al secondo paragone, uno scaltrissimo inquisitore;
— Se tu ricusassi? ripete Faina; e, fatto un passo innanzi, si attiene alla spalliera della poltrona per non cadere.
— Dirò di più, ribatte il Valmarana, ricuso; — non è una supposizione — è un partito preso, poiché mi accorgo che le ragioni e le buone maniere non valgono co' pari tuoi.
— Bene!... benissimo!... benone! biascica il s-iltimbanco, dando di piglio al suo feltro come se si disponesse ad uscire — quest'è un affare che aggiusterai stasera col Legnaiuolo.
A quel nome, che gli suona all'orecchio come una minaccia, il Valmarana muta colore.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (405/525)
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