I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      bettola,- e si avviò a quell'ingratò e sterile^ lavoro di tutti i giorni, rinnovando^ cuore i! proposito di sopportarlo come un'espiazione dei falli tlella sua giovinezza — come si'sopporta una croce, dolorosa, ma necessaria.* f \ , '. ¦ » « /. • +\r% , »
      1» Appena presentatosi;all'officina, il soprastante andogli incontro, egli disse: * JBP^
      i > — Che venite: a-far. qui.?..//Non, ho.più lavoro per voi: andate a^raggiungèr gli accidiosi .pari vo.stri ;che ieri furono licenziati. » — Mi si discaccia come.un màlfattorel sclamò sbalordito mio zio.
      — . E ringraziateci cielo,rrispóse ihsòprastante,Cche'il padrone ha
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      il cuor buono e compassionevole,^ non volle dar vento all'affare; che se niente niente ci s';immischiava iil commissaria, a q'uest'ora tutti cinque quanti siete vi trovereste al bujo e «sotto catenaccio.
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      » — In prigione 1- gridò il Legnaiuolo, senza comprendere a che si alludeva e perchè in prigione? - • .v >
      » —f Dimandatelo, rispose il soprastante ghignando, ai sei quintali di . ferro, cui avete fatto prendere la. volata, voi, e gli altri quattro. » Il Legnaiuolo in tra v vide il sospettò che pesava su Lui, e rabbrividì. » — Ladro!... io ladro 1 * V " ? •
      » — Nessuno^ dice chetiate precisamente voi il ladro: fatto sta che i sei quintali di ferro non ci sonò più. Il signor. Franchi non vuol fare scandali.:/ma il sospetto pesa su voi come'r sugli-altri quattro... su voi specialmente, che sono ttre giorni di fila che non vi si vede. Spero che troverete giusto che il.principale abbia presole sue precau-ioni per un1 altra:volta.!Non aggiungo'altro: ora* andate con Dio, e provvedete.
      » Ciò; detto, il* soprastante-gli voltò He spalle, è [tornò tranquillamente al lavoro. ' " ^ hr r- . * ^ . % * t t Tranquillamente!..       Gli onesti propositi di.miò zio svanirono un'altra volta:'egli.ritornò alla taverna;,raccontò, l'accaduto: ai suoi amici... Vi eravate voi Valentino? . ' — Lasciate che ci pensile che' cerchi di risovvenirmi, rispose unpochino sconcertato don Alfonso di Valmarana.
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      Giulia lo fissò attentameote come se' volesse penetrargli nell'anima con lo sguardo. : . . ' • . < »
      « Ebbene? gli chiese dopo alcuni secondi, veduto, che il Valmarana pensava sempre e non rispondeva. ' « ' .'•*<». .
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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