I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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quelle parole, che le facevano per un istante obliare la sua presente abbiezione.. . ? ni ' > [ o r / nwwì
— Non mi ringraziate, signora, rispose il Fabiani con l'accento fermo e inalterato che risulta.dalle grandi e/nobili convinzioni quando sono sincere e profonde; io sono imparziale con voi quanto sono inesorabile* • con me stesso. Prima.quindi d'accusar voi; ho incolpato me stesso di aver accettato la mano d'una donna in ricompensa d'un servigio reso.
Io era povero, e non ho pensato che col vostro"?cuore mi si offrivano le vostre ricchezze. Io doveva rifiutare. La sproporzione delle nostre fortune era immensa: io aveva talento, fiducia in me stesso, volontà —
aun'indomabile volontà — era molto: voi avevate i milioni — era tulio. Voi potevate, pensare che-l'interesse mi avesse indotto.... .v— Oh noi interfuppe Miranda.! 1 a \ Inclino i —.Lo potevate. Quando le fortune sono così enormemente sproporzionate come.lo erano*le nostre, agli occhi del mondo il matrimonio
si presenta come una questione di danaro, il matrimoniò non.è più
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l'impulso involontario di due cuori*che si,uniscono,1 non è più lo slancio irresistibile di due anime che»si associano a una missione, è un progetto, un calcolo, un mercato.... una vergogna. Ecco perchè mi affrettai a smentire i giudizii del mondo — ecco perchè vi restituii le vostre ricchezze,! riserbandomi unica ricompensa, la soddisfazione ohe risulta ; dalle - opere proprie, quando sono spontanee e disinteressate. Ritornato povero, mi valsi unicamente del mio ingegno, della mia volontà e ne feci due stromenti di, felicità*a di agiatezza. Forse le forze mi sarebbero venute meno nell'arduo cómpito, se per rinfrancarmi non avessi pensato al mio povero Gionata,>a mio .figlio, al quale andava lentamente, pazientemente .ma coraggiosamente edificando un avvenire colle mie mani. Volli.sciogliermi da,qualunque Gionata ha,un avvenire, e posso sclamare con latfronte alta: La mia fortuna;incomincia da me.< , * < i j r
— Voi siete ricco.... e anche felice — ditelo,— se lo siete., pochi lo;hanno più di voi meritato, q r ¦ • i l (\ u v r — Di quale felicità vói parlate?— di-quella-* che scaturisce pura e tranquilla dai:compimento de* propri!.doveri ? — è ila mia.; La è una felicità che:non inganna nessuno; essa non,invidia alla vostra, all'ebbrezza idè' sensi; :al« delirio dellei passionile suor gioie ansiose, ii suoi febbrili sussulti. Ecco perchè non vi accuso, ecco perchè non v'insultò — ecco, finalmente, signora,-perchèfYLcoiftpiango*.o(o ri s 0 —
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (454/525)
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